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Cattiva coscienza

Regia di Davide Minnella vedi scheda film

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La recensione su Cattiva coscienza

di barabbovich
6 stelle

"La coscienza è paura. L'incoscienza è coraggio". È nell'esergo di Alberto Moravia, posto in epigrafe al film, che si sostanzia il film di Davide Minnella, una commedia fantastica assai vivace nella quale Nicola (Scianna), coscienza che aspira a una promozione in una sorta di oltremondo, si lascia sfuggire per un paio d'ore Filippo (Scicchitano), il suo protetto, emblema del bravo ragazzo, che - in quell'arco di tempo - manda a rotoli l'imminente matrimonio con Luisa (Grannò). A Nicola non rimane che andare sulla Terra e risolvere la questione di persona. Tutto sarà molto complicato, poiché è lui stesso a innamorarsi della donna (Gioli) che avrebbe voluto usare come esca per far tornare Filippo sulla retta via.
L'idea del film sembra riprendere quella di Inside Out, miscelata con Il Paradiso può attendere, mettendo a tema la felicità come opposto della rettitudine. Quella felicità che Filippo aveva perso dai tempi in cui da chitarrista rock si era trasformato in grigio avvocato al soldo del futuro suocero (Gallo). La possibilità di riprendersi la vita va di pari passo con l'intreccio amoroso, che si fa sempre più intricato a mano a mano che il film procede verso il finale, prima di imboccare la strada del liberi tutti: un inno a seguire i propri impulsi, tanto prima o poi le cose si aggiusteranno, guarda caso, nella direzione più borghese possibile. Un'occasione persa a venti minuti dal finale, ma che comunque porta una ventata d'aria fresca nella commedia italiana.

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