Espandi menu
cerca
Comandante

Regia di Edoardo De Angelis vedi scheda film

Recensioni

L'autore

axe

axe

Iscritto dal 23 marzo 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 27
  • Post -
  • Recensioni 1474
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Comandante

di axe
7 stelle

1940; l'Italia è in guerra da alcuni mesi. L'equipaggio di un sottomarino italiano, sotto il comando di Salvatore Todardo, affonda, dopo essere stato attaccato, il piroscafo "Kabalo", battente bandiera del Belgio, prossimo ad entrare nel conflitto a fianco del Regno Unito. I superstiti della nave belga sono ventisei; previo ordine del comandante, dapprima sono riforniti di generi di conforto; successivamente, non essendo possibile per loro raggiungere la terraferma rimanendo a bordo delle scialuppe trainate dal natante, sono accolti a bordo del sommergibile italiano. Il regista Edoardo De Angelis dirige Pierfrancesco Favino in un film di guerra e di mare ispirato ad una storia vera, quella del comandante di sommergibili Salvatore Bruno Todaro. L'impresa del salvataggio dei naufraghi del "Kabalo" è raccontata nei dettagli, partendo dalle premesse, l'inizio del viaggio. Qui conosciamo il protagonista, il comandante Todaro, del quale Pierfrancesco Favino rende un'ottima interpretazione.Il Comandante conosce la sofferenza ed il pericolo a causa di una vecchia ferita. Il suo approccio alla guerra è dunque molto razionale; consapevole del proprio ruolo e fiero dell'equipaggio di cui è al comando, il quale corre rischi per il solo fatto di essere a bordo di un sottomarino, chiede e dà loro il massimo. Nelle sue parole non c'è mai retorica bellicista, men che meno fascista; non mette inutilmente a repentaglio vite e sottomarino affidatogli. Non rinuncia, tuttavia, al combattimento. E' ben determinato nell'affrontare il "Kabalo". Colato a picco il natante, non si disinteressa dei naufraghi, e lo fa perchè, prima di essere un uomo di guerra, è un uomo di mare. In mare la vita è sacra e ciò implica l'obbligo di soccorso in favore di chiunque, sia esso un nemico o comunque una persona ostile, quali sono i marinai del "Kabalo". Dunque, per rispetto di sè stesso, della sua storia, dell'Arma e della bandiera sotto la quale serve, non ha esitazioni nel compiere la scelta di effettuare il salvataggio, pur con la consapevolezza che non sarà ne' capita dai suoi avversari, ne' facilmente accettata dai suoi uomini. Le conseguenze sono inizialmente negative. Un paio di membri dell'equipaggio del piroscafo belga tentano di danneggiare il sottomarino, mettendo in pericolo le vite di tutti i suoi occupanti; tra gli italiani serpeggia il malcontento. La vicenda si conclude, tuttavia, nel migliore dei modi. L'equipaggio belga è sbarcato sano e salvo, il sommergibile italiano riprende il mare; il Comandante Todaro, che sappiamo non essere sopravvissuto al conflitto, gode di rispetto e fama immortali. Il racconto, inizialmente, è molto lento. Apprendiamo dettagli circa la vita privata del protagonista, marito e padre di una figlia che non ha possibilità di veder crescere; ne conosciamo il carattere e la determinazione; lo vediamo rapportarsi con correttezza nei confronti dell'equipaggio. La successiva sezione del racconto dà modo di conoscere proprio quest'ultimo; formato da persone provenienti da ogni regione d'Italia, in prevalenza meridionali, sostiene a stento la tensione del vivere sott'acqua per molto tempo. La vita è appesa ad un filo, ed a volte quel filo si spezza. Un marinaio, da civile pescatore di corallo, è disperso in mare dopo essere uscito in acqua con poche protezioni per eliminare un elemento d'intralcio che impediva al sommergibile di emergere. La seconda parte del film, più vivace, mostra l'affondamento del "Kabalo", il salvataggio dell'equipaggio, il trasporto in un luogo sicuro. Le ambientazioni sono molto cupe. L'oscurità, rotta dalle luci fioche delle strumentazioni e delle lampade, trasmette senso di oppressione; qui molti marinai, accaldati e nervosi, condividono una situazione di pericolo costante. Queste persone, rotelle quasi insignificanti di ingranaggi estremamente complessi mossi da dinamiche a loro incomprensibili, fanno del loro meglio per rimanere ... umane, applicando le "leggi" del mare prima di quelle della guerra. "Comandante" è un buon dramma di ambientazione bellica; ricorda una vicenda a lieto fine risalente all'ultima guerra mondiale, il cui protagonista è un italiano, marinaio e militare; celebra i caduti e dispersi appartenenti all'Arma marittima. Non manca un riferimento all'attualità; il regista ricorda che salvare vite in mare è un dovere che prescinde dall'identità delle persone in difficoltà. A buon intenditor ...

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati