Regia di Edoardo De Angelis vedi scheda film
Curiosamente i migliori film di guerra sono quelli che mettono la guerra sempre più marginalmente fino a ridurlo al mero contesto. E in parte anche Comandante lo fa'...
Ero indeciso cosa vedere tra C’è ancora domani di Paola Cortellesi e COMANDANTE di Edoardo De Angelis.
Ho optato per la seconda e devo ammettere di non essermene pentito.
Narra di Salvatore Totaro, comandante del sommergibile bellico Cappellini, che parte dal porto di La Spezia con la sua ciurma verso l’Oceano Atlantico nell’Ottobre del 1940 con l’ordine di combattere le forze nemiche francesi e inglesi. Dopo diverse azioni d’attacco e di sopravvivenza si imbatteranno in una nave mercantile belga dove dovranno decidere la sorte dei naufraghi.
Scrollandoci prima i difetti direi che nella prima parte nel caratterizzare alcuni personaggi la voce narrante risulta essere un po’ invasiva e di lì il montaggio andava leggermente sminuzzato per alcune scene di fatto superflue alla vicenda.
Per il resto è una bella bomba. Le scene di combattimento son ben girate, il sommergibile è ricostruito dettagliatamente la tensione si sente in alcune sequenze e le morti son belle crude, ma al tempo stesso con una poetica dolceamara.
Ciò che però colpisce maggiormente sono i personaggi. Pierfrancesco Favino con un buon accento veneto riesce a ben interpretare Totaro che da sceneggiatura è bello caratterizzato nella sua compostezza. Tutto il sommergibile sembra essere una Torre di Babele, visto che si alterna tra veneti, sardi, pugliesi, campani, siciliani eccetera, tutti con culture e usanze diverse, talvolta con bisticci e fraintendimenti di natura clericale. Eppure si sente molta aria di fratellanza, cameratismo, unità e umanità dove non ci sono fascisti, comunisti e democristiani, ma solo italiani. Infatti quando non devono combattere o risolvere problemi allo scafo cantano, suonano, mangiano e fanno battute tutti insieme. L’ironia di alcuni personaggi poi sarà un tratto bello distintivo.
Quando poi si aggiungeranno i naufraghi belgi la situazione diventa ancora più umanitaria con due sequenze memorabili dove anche le barriere imposte dalla seconda guerra mondiale verranno abbattute grazie al nostro Favino. Per non parlare della scena della “Punizione del Padre”, molto difficile da dimenticare, così come il finale meraviglioso.
Un film di guerra dove si parla di unione, umanità e amicizia vera. E dove personalmente mi verrà voglia di mangiare le patatine fritte in maniera diversa dal solito, altro che il McDonald…!
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