Regia di Elie Chouraqui vedi scheda film
Una serra piena di fiori bellissimi e dai molti colori e una terra dalle tinte smorte (la ex Jugoslavia) messa a ferro e fuoco. Il New Jersey, la redazione di “Newsweek” a Manhattan e Vukovar e altri anonimi paesi sfigurati. La freddezza cinica dei media e il sangue, la morte, gli stupri. La retorica di fotografi diventati famosi: «Una fotografia può imprigionare la memoria del nostro tempo» e la bulimia nevrotica di fotografi, non ancora consacrati e insigniti con il premio Pulitzer, che scattano e “sparano” una seconda volta ai morti, alle rovine, al sangue, alla pazzia degli esseri umani in divisa. L’amore di una donna (Sarah-Andie MacDowell) alla ricerca del marito-reporter (Harrison-Strathairn), dichiarato morto e disperso in un ospedale in fiamme, e l’odio della pulizia etnica, delle bande, delle frange, dei cecchini. Elie Chouraqui per il suo film ambientato nel 1991, ai primi bagliori del crepuscolo di un paese, non si discosta dalla robusta tradizione del viaggio attraverso i numerosi fronti in un infernale teatro di guerra. Mentre si cerca di salvare il fotografo Harrison, il regista si preoccupa di dare una coesione plausibile agli interrogativi mediatici, ai risvolti sentimentali e alla ricostruzione di un conflitto, vissuto dal mondo, in differita televisiva.
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