Regia di Elie Chouraqui vedi scheda film
A mio avviso, un film parecchio sottovalutato e ingiustamente destinato all'oblio. Rispetto ad altre pellicole sullo stesso tema, la ricostruzione e il ritmo dell'azione all'interno del contesto bellico, sono di una veridicità e di una crudezza senza pari, pur se talvolta con qualche "effettaccio" di troppo. E l'atmosfera di sbandamento, di esaltazione, di gratuita ferocia che dominava è ricreata con mano più che valida.
Rispetto ad esempio all'osannato "Behind enemy lines", superficiale, gratuito, inverosimile fumettone senza alcuno spessore, nè storico, nè interpretativo, merita sicuramente ben altra considerazione. Soprattutto perchè mette in evidenza due importanti aspetti: da un lato sottolinea l'indifferenza iniziale del mondo mediatico sulla reale consistenza dell'eccidio che si stava perpetrando, e dall'altro penetra in maniera molto "vera" nel mondo dei reporter di guerra, fatto di brama di denaro e di fama, di coraggio e d'incoscienza, di umanità e di cinismo.
Ritmo e tensione sono presenti in quantità, ma l'adrenalina che provocano è "sporca e cattiva", come quella guerra senza senso nè regole.
Come spesso, il cinema americano vuole imprimere un'immagine positiva nella rétina dello spettatore alla fine di ogni film. E anche questo non fa eccezione. Se qualche volta avesse il coraggio di lasciare solo l'amaro della realtà in bocca, saremmo certo meno spensierati, questo è vero, ma forse cresceremmo di più.
Una nota di merito a Andie MacDowell, proprio perchè riesce, pur lacerata nelle vesti e nell'animo, a non integrarsi nell'ambiente, a non sembrare una di loro, e rimane un'americana fuori posto e fuori registro, nei cui occhi balena fino all'ultimo una luce di stupore e di incredulità. Che forse noi tutti tendiamo a perdere troppo facilmente di fronte all'umana follia...
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