Regia di Federico Fellini vedi scheda film
ANTICIPAZIONE DEL FINALE - Mi è proprio piaciuto. L'avevo già visto anni fa ma mi ci ero accostato nel modo sbagliato. E' infatti un film molto diverso da quelli di oggi, e anche da quelli dell'epoca. Bisgona accettare di non avere una trama vera e propria, e rinunciare a pretese come azione e tensione. Fatto questo, si è già molto vicini all'apprezzarlo. Il non avere un intreccio e una storia non è un fatto casuale, o fine a se stesso, perché secondo me il film vuole proprio comunicare l'assenza di senso e di direzione delle vite dei personaggi che ritrae. Trascorrono a casaccio una vita fatta di feste, locali notturni ed eccessi di vario tipo. E' una vita fatta solo di piaceri e divertimenti - o almeno quelli che spesso si ritengono tali - ma sono sostanzialmente annoiati a morte (qualcuno letteralmente, perché si suicida, altri ci hanno provato). Il titolo è evidentemente ironico: non è affatto una vita dolce quella che vediamo, ma una vita amara e disperata, che Fellini deve aver conosciuto personalmente.
Il protagonista vaga qua e là tra festini e nottate trascorse come capita, allo sbaraglio, e si porta dentro tutto il male di vivere che ne riceve, che poi sfoga sulla fidanzata. Mastroianni dà un eccellente interpretazione del suo personaggio, anche perché sul suo volto sono dipinte la noia e la tristezza. E' diviso a metà tra un rapporto stabile con la sua ragazza e lo spizzicare un po' da tutte le pietanze, senza alcun legame. Molti altri personaggi sono ben definiti, incisivi e ben interpretati dagli attori. In qualche modo colpiscono e rimangono impressi nella memoria: la fidanzata di lui, il padre, il suicida, la diva americana, suo marito, certi ricconi marci e vacui, i bambini burloni che dicono di vedere la Madonna. E poi, anche in questo film compare uno dei temi spesso presenti in Fellini, cioè lo spiritismo, che all'epoca doveva proliferare nelle alte sfere della capitale.
Il merito dell'insieme va sia alla regia lenta e sicura Fellini, che alla sceneggiatura acuta e profonda (Flaiano, Pinelli, Fellini). Si può dire che il regista riesca a comunicare un senso di noia senza che il film sia affatto noioso (impresa non facile).
La scena finale della ragazzina sulla spiaggia, un po' ermetica, io la interpreto così: lei con dei cenni piuttosto confusi chiede a lui se possono vedersi e andare a spasso assieme. Lui per fortuna non capisce e se ne va. Per fortuna, perché se no anche lei si sarebbe corrotta a stare in quell'ambiente.
Io sono convinto che "La dolce vita" sia un film profondamente morale, perché mostra un modo di vivere sbagliato non per esaltarlo o anche solo con indifferenza, ma per denigrarlo, per mettercene in guardia. Non lo ha fatto abbastanza, però, perché oggi come ieri ci sono molte persone che vorrebbero vivere senza lavorare, con tanti soldi, solo tra i divertimenti, tra quei divertimenti. Vita amarissima, altro che dolce.
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