Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Pseudo-documentario a tratti surreale sulla "Dolce vita" romana tra la fine degli anni 50 e l'inizio degli anni 60. Il personaggio di Marcello è ispirato alla vita del celebre giornalista Gualtiero Jacopetti (molto amico di Fellini che subito propose a lui la parte per poi passarla, dopo suo rifiuto, a Mastroianni). Non si capisce bene l'obiettivo di Fellini sull'argomento: 1) Attrazione-repulsione? 2) Critica di quel tipo di società? (quindi in parte anche "autocritica"?) 3) Semplice ritratto della "Dolce vita" romana senza porsi domande (ma in questo caso alcuni episodi come quello dell'intellettuale Stainer ci fanno pensare diversamente!) 4) Allegoria del periodo? (il significato del "Mostro marino"!!!). Naturalmente negli anni a venire si strumentalizzò politicamente la pellicola: per la sinistra Fellini criticava quel tipo di vita (ma era la stessa che faceva lui!!!), per la destra la elogiava (e allora Steiner?). Comunque all'epoca le critiche fioccarono (ma anche gli elogi!!!). A Milano una signora dell'alta borghesia sputò in faccia a Fellini dandogli del comunista (Sic! E che c'entra Milano se il film è ambientato a Roma? Beata stupidità!!!). La notte della prima del film a Roma perì in un incidente stradale il cantante Fred Buscaglione, un simbolo del periodo. Nel film compare nella parte di se stesso anche Adriano Celentano. Aiuto regista e comparsa (nella parte di un pretino) il documentarista Gianfranco Mingozzi. Tra gli sceneggiatori Tullio Pinelli e Brunello Rondi (fratello del critico Gianluigi) che di lì a poco avrebbe iniziato a ritrarre i cambiamenti del Belpaese tra documentario e grottesco (scuola felliniana!!!) ad esempio nel celebre IL DEMONIO (dove compare per la prima volta una camminata a ragno effettuata da una indemoniata che verrà poi copiata ne L'ESORCISTA). Bella (e per certi versi analoga nell'impegno) anche la parodia TOTO', PEPPINO E LA DOLCE VITA.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta