Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Giustamente celebrato come uno dei punti più alti del cinema italiano, La dolce vita di Federico Fellini non è solo una lunga panoramica estetizzata dei salotti romani di fine anni '50. L'opera del maestro riminese, illuminata e patinata magnificamente dalla luce di Otello Martelli, immerge lo spettatore in un mondo tanto vanitoso e superficiale quanto fragile, nel quale la maggior parte delle parole messe in bocca ai personaggi si perdono, nascoste tra la musica di una festa notturna oppure tra altri idiomi; perdono così di senso, diventano futili, come i rapporti e i passatempi che Marcello (un Mastroianni spettacolare) coltiva; come la maggior parte del film, quindi, non fosse una gioia per gli occhi guardarlo.
Eppure tutta questa futilità ammalia, tanto che nel momento in cui la realtà squarcia il velo, il silenzio cala e le parole diventano assordanti, la verità fa male. Si soffre un attimo, poi si fugge. O si torna a ballare.
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