Espandi menu
cerca
Luna rossa

Regia di Antonio Capuano vedi scheda film

Recensioni

L'autore

lamettrie

lamettrie

Iscritto dal 20 giugno 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 7
  • Post -
  • Recensioni 640
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Luna rossa

di lamettrie
5 stelle

Sciatto, nel suo essere cinema da soap opera. Anche se notevole, per i colpi di scena.

L’adattamento camorristico/partenopeo/attualizzante sulla tragedia greca non pare proprio riuscito. Non tanto – o solo – per la volgarità dei personaggi e degli ambienti descritti, ma soprattutto per i dialoghi: pretendono di essere solenni, invece fanno acqua. Con tutto il rispetto parlando, una filosofia – figlia di una antropologia – strettamente da case popolari non potrà mai assurgere al rango di un’opera aulica. Sarebbe stata adatta a un’opera tipicamente popolare - pur profondissima, magari -, che però qui non è stata perseguita con coerenza. Al proposito, l’eccesso della veggente pazza è evidente, e fastidioso.

Troppo impostato, troppo caricato: il clima complessivo è negativo. Soprattutto perché scade nei cliché più triti del melodramma napoletano.

Eppure i pregi sono tanti:

1-     gli odi intra-familiari, che non possono avere - ma solo inizialmente - lo sfogo che dovrebbero, per via di logiche superiori di potere – delinquenziale, sia chiaro -, che però rovinano ulteriormente tali rapporti;       

2-     i colpi di scena continui, anche con gli omicidi, e le scene di sesso;

3-     la denuncia della corruzione della politica, che al sud è ancora preda, in modo maggioritario, del controllo delle mafie;

4-     la denuncia dell’estorsione, fenomeno tanto occulto quanto basilare dell’economia meridionale, purtroppo;

5-     la caratterizzazione di vari personaggi – umanamente scurrili -, tra cui spicca la madre, una Licia Maglietta ossessionata da pettinatura e trucco; che non può fare a meno di mossette ammiccanti di quartiere, enfatizzate dal binomio sigaretta-chewing gum.  

6-     l’ambientazione di cattivo gusto: la pantera, in gabbia e in casa, è simbolo efficace del degrado tanto culturale quanto umano.

7-     La raffigurazione del potere violento e criminale che imperversa ancora, ahinoi, nel Mezzogiorno. Il pater familias, boss della camorra, può realisticamente dire: «Le persone ti sentono solo quando capiscono che le puoi uccidere quando vuoi».   

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati