La famiglia Cammararo, legata al mondo della camorra, ha dimostrato fin dall'inizio degli anni Settanta un'innegabile vocazione per gli affari sporchi. A mano a mano si è allargata sul territorio e contemporaneamente si è arroccata nella sua tenuta-fortino. Ora l'equilibrio, costruito su una scala gerarchica oppressiva, si sta sfaldando grazie alle ultime generazioni. I giovani della famiglia sentono, in qualche modo, il peso di una vita che non gli appartiene più.
Note
"Sentivano una canzone, "Luna rossa", una canzone sul tradimento", dice la matrona di casa Cammararo. Il tradimento e la vendetta, Eschilo (ma anche Shakespeare) e la camorra. Antonio Capuano rilegge l'Orestiade, blinda i personaggi in una casa, ne fa esplodere gli inevitabili conflitti seguendo abbastanza fedelmente la struttura del testo classico. Mélo e noir, mafia e tragedia: sono binomi a cui il cinema (italo) americano ci ha abituato da tempo. Ma sminuire "Luna rossa" perché c'è già stato Abel Ferrara non ha senso, sarebbe come dire che Jean-Claude Izzo è uno scrittore minore perché secoli fa c'era Omero. In realtà questo è il cinema (italiano) che abbiamo sognato per anni; denso e massimalista. Ottimo il lavoro di sperimentazione sulla recitazione e il linguaggio (dal napoletano dei bassifondi a una forma più aulica). Ottima tutta la prima parte sospesa tra la claustrofobia dei luoghi, l'oppressione della macchina da presa e la drammaturgia di una storia potente. Interpreti da urlo.
mi viene una sola parola per descriverlo: surreale. probabilmente non sono riuscito a trovarci la "genialità" che parecchi gli attribuiscono, comunque fuori da ogni schema.
Un film insolito nel panorama italiano perché osa trattare un argomento come quello della delinquenza organizzata in un modo diverso sia dal punto narrativo che da quello visivo. Sperimentale.
Chiusa in una specie di bunker circondato da campi dove far correre liberi i cavalli, la famiglia Cammarano punta alla leadership camorristica. Gli arredamenti che guarniscono gli interni sono volgari come i proprietari, sono oggetti che parlano e dicono della sfarzosa e inutile boria della Famiglia. Imbruttiti dagli ostacoli dell’ignoranza, sembrano suppellettili avanzate ai film a… leggi tutto
Appunti per un'Orestiade napoletana. Il film di Capuano ha momenti interessanti, ma nel complesso zoppica parecchio. Alcuni personaggi sono abbastanza credibili, anche se soprattutto grazie alle interpretazioni di attori come Toni Servillo, Carlo Cecchi, Antonino Iuorio e Italo Celoro (quest'ultimo un padrino viscido e infido). L'insieme, comunque, sta appiccicato con la Coccoina, e non convince… leggi tutto
la famiglia come origine di tutto. Il potere del clan prima dei rapporti di sangue. Quello che viene versato viene lavato senza lacrime, quello che viene mischiato non porta con se problemi etici. Il circolo è vizioso e viziato, l’aria è malata la violenza sempre allenata ad esplodere per spostare equilibri e regolare conti in sospeso con parenti dello stesso sangue che…
Io la chiamo sudditudine, ingenuamente, orgogliosamente, stupidamente. La sudditudine è tutto quel che rimane: è un’origine non ben definita (sud), è una condanna se non si riesce a prenderla…
Chiusa in una specie di bunker circondato da campi dove far correre liberi i cavalli, la famiglia Cammarano punta alla leadership camorristica. Gli arredamenti che guarniscono gli interni sono volgari come i proprietari, sono oggetti che parlano e dicono della sfarzosa e inutile boria della Famiglia. Imbruttiti dagli ostacoli dell’ignoranza, sembrano suppellettili avanzate ai film a…
Certo lo spunto di partenza è la tragedia greca e lo stesso nome di Oreste la richiama all'istante, ma di teatrale c'è anche la recitazione, e questo è un fattore voluto, perché solo con questo si ottengono certi risultati. L'atmosfera che si attraversa certamente non è mai ruffiana e di avventura, ma acida ed ostile, sembra un film di Bellocchio prima…
Credo fermamente che Toni Servillo sia uno dei pochi attori viventi capace di reggere sulle sue spalle il peso di un intero film. Estremamente colto e raffinato, oscilla tra cinema e teatro con la naturalezza di un…
Napoli (che come luogo emblematico è rappresentativo dell'intera regione Campania) è molto spesso vittima di pericolose forme di pressapochismo culturale. Quando se ne parla male,costretti dai contingenti…
Appunti per un'Orestiade napoletana. Il film di Capuano ha momenti interessanti, ma nel complesso zoppica parecchio. Alcuni personaggi sono abbastanza credibili, anche se soprattutto grazie alle interpretazioni di attori come Toni Servillo, Carlo Cecchi, Antonino Iuorio e Italo Celoro (quest'ultimo un padrino viscido e infido). L'insieme, comunque, sta appiccicato con la Coccoina, e non convince…
Come si può combinare nel medesimo concentrato sia la tragedia greca (non è un caso che nel cast ci siano attore di matrice profondamente teatrale come Carlo Cecchi, Licia Maglietta, Toni Servillo, Lucia Ragni, Angela Pagano, Antonino Iuorio...) che la canzone napoletana, Eschilo che si incontra (e non si scontra) con Luciano Tajoli? Contaminando un genere pressoché morto,…
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Commenti (9) vedi tutti
Tragedia napoletana poco epica e molto edipica.
leggi la recensione completa di tafoVoto 5. [13.09.2011]
commento di PPInguardabile.
commento di Tex Murphy6,5/10
commento di alex77Voto 8 Potente
commento di luca826film stupendo,per la cruda realtà che racconta,attori tutti bravissimi,in particolare servillo,grande parte e gran film!
commento di gianninoun film basato sul tradimento e la vendetta, ripreso dalla orestea.
commento di ale3mi viene una sola parola per descriverlo: surreale. probabilmente non sono riuscito a trovarci la "genialità" che parecchi gli attribuiscono, comunque fuori da ogni schema.
commento di carpaUn film insolito nel panorama italiano perché osa trattare un argomento come quello della delinquenza organizzata in un modo diverso sia dal punto narrativo che da quello visivo. Sperimentale.
commento di guga