Regia di Laurent Cantet vedi scheda film
Se la perdita del lavoro è di per sè uno tsunami emotivo, ancora di più lo diventa il complesso castello di bugie e finzioni messo in campo dal protagonista, arrivando gicoforza ad una resa dei conti prima con sè stesso e poi con i propri cari. Manca forse un pò di mordente in questo film di per sè interessante, così come troppo semplice appare la riappacificazione dopo mesi di menzogne. Per il resto il protagonista è ben immedesimato nella parte di un uomo in fuga più da sè stesso che dagli altri,perennemente in bilico tra finzione e realtà come un trapezista sospeso nel vuoto che poco a poco ne fagocita affetti e relazioni come un famelico tarlo.
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