Regia di Laurent Cantet vedi scheda film
Buona pellicola sull'ambizione come motore dell'identità individuale in una società sempre più dominata dalla logica del profitto. L'avanzamento di carriera come unico presunto metro di meritocratica collocazione democratica, venute meno le appartenenze meramente dinastiche che dividevano il mondo in mecenati, artisti e plebe. E' forse un po' troppo lunga e lenta nella narrazione, in pieno stile francese, ma gli interpreti sono bravi e dunque il danno è minimo. Tuttavia manca quel " certo non so che", tale da elevarla davvero sopra la media dei buoni film. Fra il cinema vero, coinvolgente a trecentosessanta gradi, e il didascalico, insomma, protende più verso il secondo. Da vedere comunque.
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