Regia di Renzo Martinelli vedi scheda film
Le ambizioni estetiche di Vajont non sono paragonabili all'esito del film. Pur alle prese con un film dal forte impatto ed impianto civile, il greve Martinelli, sempre alla ricerca di materiale "scottante" per film "scomodi", tuttavia, dirige la sua opera più dignitosa finora. Più che altro lo salva in extremis un cast polifonico e sprecato, in primis l'ottimo Leo Gullotta. Ma come si fa a girare opera siffatta affidandosi solo al cast, che, tra l'altro, è costretto a dire battute e dialoghi sconcertanti ed inadatti? Il difetto sta nella megalomane ignoranza artistica di Martinelli, che pensa in grande con talento minimo. La cornice tecnica (fotografia, in particolar modo) viene in suo soccorso. Come si può ridurre la colossale tragedia del Vajont in un kolossal manicheo e sempliciotto? Sull'argomento, centomila e passa volte meglio il monologo di Marco Paolini Il racconto del Vajont.
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