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Dieci minuti

Regia di Maria Sole Tognazzi vedi scheda film

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La recensione su Dieci minuti

di diomede917
6 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: DIECI MINUTI.

Ho affrontato la visione di Dieci Minuti con quella certa diffidenza di un film scritto da donne per le donne, tratto dal romanzo autobiografico di una donna, diretto da una donna e che ha come fulcro la crisi, la discesa agli inferi e la relativa rinascita di una donna borghese col difetto di essere un po’ troppo egoriferita.

E sinceramente il film di Maria Sole Tognazzi è al “Femminile” ma non troppo come se l’esperienza fatta con la serie Petra le abbia dato gli strumenti giusti per narrare i pregi e i difetti di una donna alla ricerca del proprio spazio nel mondo.

E sinceramente avere scelto come protagonista la migliore interprete che attualmente rappresenta al meglio il cinema italiano ha aiutato il film ad uscire dagli alti e bassi di un certo cinema Radical Chic all’italiana, Barbara Ronchi è brava, brava e ancora brava perché si prende addosso tutti i tormenti e smarrimenti di questa donna in crisi soprattutto con se stessa senza gigioneggiare o spingere il pedale della nevrosi a tutti costi.

Bianca è una giornalista con ambizioni letterarie che di botto viene lasciata da suo marito che per 18 anni è stato il suo punto di riferimento dove aggrapparsi e superare le proprie paure ma al tempo stesso cieca nel non vedere le fragilità di un uomo in crisi, licenziata dal giornale unica fonte di reddito e di senso nella vita , arrivando addirittura a provare il gesto estremo.

E proprio in questa occasione che si imbatte nella Dottoressa Braibanti, psichiatra tutta d’un pezzo che mette di fronte alla dura verità i propri pazienti evitando parole di conforto da “Comfort Zone” emotiva.

Un medico che nel proprio studio ha una sedia scricchiolante che usa come test per capire come ognuno reagisce ai traballii della vita. E tra i metodi “Originali”, l’ “Originale” dottoressa del Sistema Sanitario Nazionale (una Margherita Buy che ai tempi aveva già affrontato “I Giorni dell’abbandono” e qui forse è scelta come una sorta di passaggio di testimone generazionale con Barbara Ronchi) propone a Bianca i “Dieci Minuti”.

Regalarsi Dieci minuti di un’esperienza nuova o comunque sempre evitata nella vita precedente per farla aprire alle novità e trovare dentro sé stessa le vere cause del suo malessere.

E cosi inizia col tingersi le unghie di nero dell’estetista del Quartiere che le rivela che da fuori si vedeva che lei era la “Fregna” e lui lo “Stronzo”, si imbuca ad un funerale, contatta uno spasimante dell’università tramite Instagram per poi scoprire che è uno “Stronzo” come tutti gli uomini, va in autostop con una madre single di un figlio disabile che è rimasta sola perché ha fatto un figlio con uno “Stronzo”, Affronta il pubblico dove leggerà un testo davanti a quello “Stronzo” del marito fino ad arrivare a Palermo per affrontare la mamma e capire perché non vuole accettare la figlia illegittima che quello “Stronzo” del padre ha fatto con un’altra.

Il paradosso del film di Maria Sole Tognazzi è che risulti debole proprio nella rappresentazione e nel senso di questi 10 minuti terapeutici mentre ha il suo punto di forza nella struttura quasi da thriller dove affronta le vere motivazioni per cui la protagonista sia finita in terapia.

I flashback del vero dolore che accompagna sono girati e scritti con una intensità emotiva validissima e sinceramente io avrei puntato moltissimo sull’alchimia che esiste tra Barbara Ronchi e Alessandro Tedeschi che sono una coppia anche nella vita reale e che avrebbero potuto dare un valore aggiunto nella spiegazione della fine di una grandissima storia d’amore.

Con un po’ più di coraggio gli uomini dal classico clichè dello “Stronzo” senz’appello potevano essere rappresentati nella loro fragilità. Nell’impossibilità di manifestare il dolore per un possibile cancro oscurato dalle manie di protagonismo della propria compagna o di un uomo che deve tenere nascosta una propria colpa per salvare il proprio matrimonio ma che decide di affrontarla al momento opportuno pur di salvare la vita alla propria figlia.

Di contro Maria Sole Tognazzi e Francesca Archibugi (qui in veste di sceneggiatrice) hanno avuto il guizzo di allontanarsi dal libro di Chiara Gamberale introducendo il personaggio di questa sorella misteriosa venuta fuori con il semplice scopo salvifico e che viene interpretata da una strabordante Fotinì Peluso che diventa sempre più brava film dopo film.

Dieci Minuti non è un film brutto, anzi, ma al termine abbiamo la sensazione di un’occasione sprecata perché si è osato poco. Peccato.

Voto 6

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