Regia di Dino Bartolo Partesano vedi scheda film
Una ragazza tedesca in vacanza in Italia vive una fugace storia d’amore con un coetaneo locale; scrive alcune poesie ispirate a quell’avventura e vince un concorso. L’anno seguente torna in Italia alla ricerca del ragazzo e di nuova ispirazione: nulla però sarà così facile.
Per essere un film del 1968, Amore o qualcosa del genere sembra davvero vecchissimo: in tempi di controcultura, di figli dei fiori e di liberazione sessuale, la storia di una ragazza tedesca che fa scandalo con un’avventuretta balneare in Italia è realmente sorpassata e fa ben poca presa. Quel che rimane di buono di questa pellicola è infatti altro: l’atmosfera in sé, tanto per cominciare, a partire dal bianco e nero della fotografia di Giancarlo Pizzirani, per arrivare allo scavo nei personaggi, nella sceneggiatura scritta dallo stesso regista, il semisconosciuto (al suo terzo lungometraggio) Dino Bartolo Partesano. Il tormento nevrotico-intellettuale della protagonista (la seconda volta non è mai come la prima: tutto qui) è piuttosto antonioniano e va apprezzata inoltre l’idea di virare al femminile la storia; ma qualche nudo francamente superfluo e certe banalità sul sesso visto in chiave abbastanza maschilista (per non parlare dei luoghi comuni sulle donne nordiche libertine e sostanzialmente frigide) sembrano pareggiare quelle buone intenzioni. Partesano, alla sua ultima regia per il grande schermo, troverà la sua strada successivamente nelle produzioni televisive; qui cura anche, per quanto non accreditato, il montaggio; a disposizione nel cast ha qui Monica Strebel, Angelo Infanti, Manlio Busoni e Mirella Panfili: non nomi di grande richiamo, ma tutti in parte e sufficientemente efficaci. L’impressione è in definitiva che un bel titolo – o per lo meno curioso – sia andato sprecato. 3,5/10.
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