Regia di Baz Luhrmann vedi scheda film
Concezione d’amore tragico quanto intenso e vero. L’amore secondo Baz Luhrmann è esattamente la mia concezione d’amore. Sofferente, viscerale e incontrastabile. Dopo "Romeo+Giulietta" si porta in scena il dramma dell’amore (im)possibile tra Satine e Christian nella Francia bohémien che enfatizza la libertà e l’amore estremo. Luhrmann ha la capacità di rappresentare la teatralità dell’amore, è il regista più teatrale del contemporaneo panorama cinematografico. La sua visuale spasmodica ed esagerata rende tutto magico e surreale ma talmente diverso dalla consuetudine che risulta affascinante, che cattura e trascina in un vortice di emozioni intense. La sua più che buona regia è sostenuta dalla bravura del cast capitanato da Nicole Kidman, in stato di grazia e bellezza che, qualche volta, primeggia anche sul notevole Ewan McGregor con cui duetta e insieme si elevano sugli altri diventando il fulcro attrattivo dell’intera pellicola. Non ha la serietà nostalgica di "Romeo+Giulietta" ne quella maturità sviluppata ne "Il Grande Gatsby", piace a tratti ma non sempre, un lavoro buono con qualche pecca di noia e qualcuna di esagerazione forzata. Ma è un film lacrimale, piacevole da (ri)vedere, soprattutto da parte di chi crede nell’amore infinito che nemmeno la morte può fermare, soprattutto per coloro che credono che "la cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare".
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