Regia di George Stevens vedi scheda film
Inghilterra, 1805: Phoebe si aspetta di ricevere una proposta di matrimonio da un giovane medico, che invece parte per la guerra. Dieci anni dopo, quando lui torna, lei è sfiorita facendo l’istitutrice; allora finge di essere la propria nipote, la civettuola Livvy, con l’intenzione di conquistarlo e poi respingerlo per ripicca, ma scopre che lui ama Phoebe... Curiosa mescolanza di un contesto alla Jane Austen e un soggetto alla Pirandello: da una parte la caccia al marito senza esclusione di colpi e il coro di zitelle ficcanaso e pettegole, dall’altra una protagonista che si trova prigioniera dell’identità fittizia che lei stessa si è costruita. In condizioni normali il gioco degli equivoci non reggerebbe mezzo minuto, ma i personaggi sono così tonti che crederebbero a qualunque cosa. Si salva la vivace interpretazione della Hepburn, peraltro penalizzata da un doppiaggio svenevole.
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