Regia di Rhys Frake-Waterfield vedi scheda film
Caduto, nei paesi extraeuropei, il copyright sui libri per bambini di A.A. Milne, Winnie si trasferisce dal contesto Disney a quello splatter, sulla falsariga di "Non aprite quella porta". Stravagante e impossibile nell'assunto; inquietante, minaccioso e teso nello sviluppo; comunque, per fortuna, lontanissimo dalla commedia.
Nel bosco denominato dei 100 acri, il piccolo Christopher (Nikolai Leon) incontra strani personaggi, via di mezzo tra esseri umani e animali: tra questi sono presenti l'orso Winnie Pooh, il maialino Piglet (Pimpi), il Gufo, il Coniglio e l'asinello Eeyore (Ih-Oh). Si prende cura di loro, nutrendoli e insegnandogli a parlare. Passata l'adolescenza, per proseguire negli studi Christopher si trasferisce ed abbandona al loro destino le creature che, durante un rigido inverno, per sopravvivere sono costrette a cibarsi di Eeyore. Trascorsi cinque anni, Christopher torna nel bosco, assieme alla fidanzata, per scoprire che fine hanno fatto i suoi "amici d'infanzia". Pooh e Piglet sono diventati aggressivi e violenti, odiano gli uomini e catturano Christopher dopo aver ucciso la sua compagna. Nel frattempo Maria (Maria Taylor) - in terapia dopo una traumatica esperienza con uno stalker - assieme a cinque amiche si reca, per trascorrere una vacanza, in una casa vicino alla foresta dei 100 acri. Le ragazze finiranno inevitabilmente al centro di una spietata caccia, condotta da Pooh e Piglet, trasformati in aggressivi, violenti e sanguinari predatori di esseri umani.
Può essere credibile l'assunto che vede come spietati assassini personaggi ormai mitici destinati, sottoforma di peluche, a finire tra le braccia dei bambini durante le loro tranquille notti? Certamente è credibile né più, né meno, di quanto lo possano essere individui che uccidono nel sonno (Freddy Krueger), una schiera di claudicanti morti viventi o, in genere, qualunque altro personaggio "mascherato" che alimenta il genere cinematografico dell'horror puro. Complice il fatto che i libri per bambini di A.A. Milne sono diventati di pubblico dominio al di fuori dell'Europa [1], Rhys Frake-Waterfield ha pensato di inserire, in un contesto alla Non aprite quella porta, due dei più celebri caratteri di fantasia destinati ad allietare l'infanzia: l'orsacchiotto Winnie e il maialino Pimpi. Una premessa fondamentale da fare circa le origini di questa insolita produzione a basso budget è che, nonostante quel che potrebbe sembrare, non affronta mai la commedia, al contrario affonda nel thriller e nello splatter più cupo, in antitesi con l'insolito, a suo modo originale, preambolo animato. Artefici di questo progetto sono due nomi, a garanzia di opere inguardabili, molto attivi e prolifici anche come finanziatori nel panorama cinematografico indipendente inglese: Scott Jeffrey (qui coinvolto, per fortuna, solo come produttore) e il citato Rhys Frake-Waterfield, quest'ultimo oltreché sceneggiatore, pure regista e coproduttore, al suo quarto lungometraggio come cineasta (seguente gli inguardabili The Area 51 Incident, Demonic Christmas Tree e Firenado).
Per una strana alchimia tra surreale e gore realistico, o meglio per le notevoli capacità dello staff tecnico (in particolare si segnalano la fotografia di Vince Knight, la musica di Andrea Scott Bell e i discreti effetti speciali), Winnie-the-Pooh: Blood and Honey diverte molto di più di tantissimi blockbuster acclamati e premiati. Se la coppia Jeffrey/Frake-Waterfield dovrebbe costituire, dato il pregresso, il peggio del peggio nel genere, in questa circostanza qualcosa stranamente funziona. Sarà il clima alla Texas Chainsaw Massacre, sarà la stazza dei due attori con maschere tutto sommato agghiaccianti (Craig David Dowsett e Chris Cordell), magari saranno quelle poche, ma impressionanti, sequenze splatter (la testa di una vittima schiacciata sotto la ruota di una macchina, un'altra massacrata da una mazza mentre tenta di fuggire a Piglet in una piscina); fatto sta che il film colpisce basso, raggiunge l'effetto viscerale e spaventa anche, perlomeno in virtù dell'aspetto gore e per una tensione che mai cala di tono. Si aggiungano interpretazioni tutto sommato discrete e una regia piuttosto felice e il risultato finale - al netto di una sceneggiatura piena di cliché e incongruenze - non dovrebbe affatto deludere chi è in cerca di emozioni forti. Ci si scordi, però, ogni minimo rimando al verosimile o a qualunque infinitesimale riflessione sulle analisi del comportamento umano in generale e di quello infantile in particolare. Poco apprezzato, con una media sull'imdb di solo 3,4 su 10 (con 11.600 voti), questo Winnie-the-Pooh riesce a provocare un buon effetto disgusto: so bad so good, insomma, ovviamente non per tutti. La prima versione non Disney di Winnie, quindi affatto mielosa (con eccezione delle disgustose scenette in cui l'orsacchiotto mannaro si nutre) e piuttosto scorretta, ha comunque incassato una notevole somma, in un solo mese di programmazione (4.200.000 dollari). Ne è stato annunciato un sequel.
NOTA
[1] Il copyright su "Winnie the Pooh", e su altri personaggi ideati da Milne, è scaduto nel 2022, restando invece in vigore nella sola Europa sino al 2027. Per questa ragione, sino a quella data, il film difficilmente troverà distribuzione nei paesi europei. Insieme al sequel di Winnie the Pooh sono stati annunciati anche altri due horror che fanno ricorso a personaggi iconici dell'infanzia: Bambi: The Reckoning e Peter Pan's Neverland Nightmare.
"La bambola nella vetrina di un negozio di giocattoli non è ancora un giocattolo e non lo diventerà mai, se non tra le braccia di un bambino. Una merce non è mai un giocattolo, e un giocattolo non è mai una merce."
(Friedrich Georg Jünger)
Trailer
F.P. 25/03/2023 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 84'15") / Date del rilascio: USA, Canada, Belgio, Svezia, Paesi Bassi: 15/02/2023; Australia, Russia, Venezuela, Iraq, Israele, Colombia, Arabia Saudita: 16/02/2023; Bolivia, Perù, Uruguay: 02/03/2023; Regno Unito: 17/03/2023; Polonia: 31/03/2023; Giappone: 23/06/2023
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