Regia di Kyle Edward Ball vedi scheda film
Stranissimo esordio in regia da parte di Kyle Edward Ball, per un horror minimalista e sperimentale vincitore di svariati premi, compreso quello del recente TOHorror Festival (edizione 2022).
1995. Kayleen e Kevin, due bambini di quattro anni, si svegliano nel cuore della notte e scoprono che i loro genitori sono assenti, così come assente è la loro babysitter. La casa inoltre presenta un aspetto diverso, tutte le finestre e le porte sembrano essere misteriosamente scomparse, quando invece non assumono una configurazione del tutto differente.
Skinamarink: il piccolo Kevin, immerso nel buio di casa, alle prese con i suoi personali fantasmi
Skinamarink, premessa fondamentale, è il classico film in grado di dividere il pubblico per la sua impostazione di tipo "sperimentale" e, assolutamente, di basso profilo audio-visivo. Potrà piacere per la sua unicità, così come potrebbe essere del tutto odiato da chi si aspetta un'opera convenzionale o comunque più classica. Kyle Edward Ball esordisce con un lungometraggio difficilmente inquadrabile, dato che non compaiono attori (i bambini s'intravedono pochissimo, ripresi solo parzialmente, dal busto in giù), la sceneggiatura sembra essere un optional, la colonna sonora è ridotta ai minimi termini, composta da rumore bianco di fondo, interrotto dalla musica di un cartone di Betty Pop, trasmesso in TV, quindi dai suoni di un altro cortometraggio di animazione, Somewhere in Dreamland (Dave Fleischer e Seymour Kneitel, 1936), o saltuariamente dai sintetici versi e dalle domande senza risposta pronunciate dai due sconcertati bambini. Una voce disumana, che interloquisce con i piccoli, ci fa capire che non si tratta di un sogno o un incubo. Le riprese sono sgranate, fuori fuoco, male illuminate e sbilanciate sullo schermo. Per tutta la durata del film, la frustrazione di non avere piena visione dell'ambiente (ridotto a parziali punti di vista che riflettono parti di mobili, letti, angoli del soffitto, porte sbilenche, bambolotti o mattoncini Lego) e soprattutto dei personaggi coinvolti, diventa un'esperienza inquietante e stranamente macabra. Soprattutto dal secondo tempo in poi, quando si intuisce essere accaduto qualcosa di grave ai genitori, Kayleen scompare e il povero Kevin si trova da solo, in una casa la cui struttura geometrica appare essere ormai fuori da ogni logica razionale.
Skinamarink: scena
Una stranissima sequenza annuncia che sono trascorsi 572 giorni, poi le stanze si capovolgono, il piccolo bimbo cammina sul soffitto; seguendo l'ordine di una voce indistinguibile afferra un coltello. Edward Ball, al montaggio del film, gioca con lo scorrere del tempo (facendolo più volte fluire in senso inverso) e con il ribaltamento della prospettiva. Se l'obiettivo era quello di confondere lo spettatore, sicuramente l'effetto può dirsi riuscito. Vincitore, nel mese di ottobre 2022, al "TOHorror Fantastic Film Festival", Skinamarink offre uno stravagante e certamente raro momento di malinconico ritorno alle angosce dell'infanzia, proiettando lo spettatore - disposto a sospendere del tutto l'incredulità o il dubbio - durante gli anni più delicati e fantastici della vita, quell'età in cui tutto sembra possibile, ruotando misteriosamente al centro della nostra distratta attenzione: allora un'ombra su una parete, la luce soffusa di una lampada, un peluche capovolto o il suono in sottofondo di un televisore, possono aprire le porte di un mondo fantastico e irrazionale, le cui dinamiche di funzionamento restano però vaghe, ambigue e indecifrabili. Le domande che sorgono, spontanee, durante lo snervante, lentissimo, teso, angosciante inviluppo del racconto, sono destinate a restare inevase. Ma questo apparentemente confuso, statico, omnibus del non-sense, raggiunge comunque il risultato di suggestionare nel profondo, rendendo davvero unica l'esperienza della visione. Realizzato con un budget irrisorio, è stato dedicato alla memoria di Joshua Bookhalter (1991 - 2021), giovane assistente alla regia deceduto prima del completamento delle riprese.
Skinamarink: scena
"È vecchio ciò che si è dimenticato. E quello che non si può dimenticare, è accaduto appena ieri. L'unità di misura non è il tempo, ma il valore. E la cosa che ha in assoluto più valore, divertente o triste che sia, è l'infanzia."
(Erich Kästner)
Trailer
F.P. 11/11/2022 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 100'02") - Data del rilascio: 20/10/2022 in anteprima al "Ramaskrik Film Festival" e al "TOHorror Fantastic Film Festival"
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