Regia di Adam Leader, Richard Oakes vedi scheda film
Adam Leader e Richard Oakes, registi dell'horror "Hosts" (2020), tornano dietro la macchina da presa (occupandosi anche di produzione, sceneggiatura, fotografia e montaggio). Stavolta scelgono un tema più realistico, trattandolo però in chiave, gelidamente, ironica.
Jed (Christopher Mulvin) sta vivendo un periodo terribile, afflitto da sensi di colpa e rimorsi, dopo aver scoperto il corpo senza vita della moglie Liv (Samantha Loxley), apparentemente morta suicida. Conosce, in un pub, lo squilibrato cannibale Lionel Flack (Neal Ward) che gli propone - in qualità di esperto al suicidio assistito - come soluzione definitiva ai suoi tormenti, una drastica soluzione, "regolarmente" formalizzata in contratto.
"I like your skin. I want eat your skin."
(Lionel al primo appuntamento con Alex/Hannah Al Rashid)
Feed Me: Christopher Mulvin
Il secondo lungometraggio di Adam Leader e Richard Oakes, seguente lo stravagante Hosts (2020), affronta in maniera contraddittoria (tra ironia glaciale, fredda, quindi tipicamente inglese in opposizione allo splatter esplicito, con talune punte di cattiveria quasi rivoltanti) più argomenti: il tema della perdita (Jed, sconvolto per la morte della moglie, si trova in una condizione psicologica di resa, tale da consentire a un cinico manipolatore di spingerlo a sottoscrivere un assurdo contratto); la solitudine (Lionel vive da single in una casa disordinata e sporca, addobbata con foto sessuali macabre e disgustose, tra le quali una gigantografia dell'anziana madre, oscenamemte nuda); la bulimia (Liv si toglie la vita mangiando sino a procurarsi, volontariamente, la lesione dell'intestino); la faciloneria di certi distratti tutori dell'ordine (i due poliziotti, ospiti in casa di Lionel, felici di degustare, con sincero apprezzamento e inconsciamente, i saporiti piatti di carne umana) [1]. Leader e Oakes scrivono una sceneggiatura di sicuro interesse, curano in maniera maniacale l'aspetto grafico, offrendo impressionanti effetti speciali old school, concentrati sull'amputazione di dita, braccia e gambe, con successiva preparazione dei "prelibati" piatti, elaborati applicando un tipo di gastronomia ben poco convenzionale. Da manuale poi, il ritratto bipolare, grottesco e folle di Lionel, un serial killer cannibale, modellato per comportamento sulla scia di Dahmer [2], reso in maniera decisa, grottesca e quasi caricaturale (in senso positivo) da Neal Ward.
Feed Me: Neal Ward
Feed Me, low budget certamente originale, quanto insolito se non altro nella forma cinematografica, è frutto, interamente, della coppia Leader/Oakes (Richard Oakes si occupa anche della fotografia, mentre produzione, sceneggiatura, montaggio e regia sono state le ulteriori mansioni, equamente condivise), due interessanti autori che cercano di raccontare, con caratteristico ed efficace per quanto inadatto humour inglese, una storia ispirata parzialmente dalla cronaca (il già citato cannibale di Milwaukee, peraltro simile nel look a Ward), apparentemente impossibile, perciò più probabile di quanto il pubblico sia disposto a immaginare. I due, al momento impegnati nella pre-produzione di Dirge, con il loro terzo lungometraggio sembrano volere tornare alle origini, per raccontare una storia puramente horror (una coppia isolata in una casa nel bosco, al centro di manifestazioni paranormali) che, c'è da scommettere, per quanto banale nella trama, saprà soddisfare chi riesce ad apprezzare in un film, al di là del contenuto, anche lo stile - via via differente - di raccontare la "stessa storia", rendendola tuttavia nuova grazie a una differente tecnica cinematografica.
NOTE
[1] Situazione allucinante, ma non inverosimile, proposta in precedenza nel misconosciuto Lo strangolatore di Vienna (Guido Zurli, 1971), nel quale il protagonista Otto, interpretato da Victor Buono, rifornisce la cucina dei poliziotti con salsicce a base di carne umana. Successivamente in Psychomentary, (Luna Gualano, 2014), alcuni carabinieri sperimentano in una mensa, senza esserne ovviamente consapevoli, lo stesso tipo di pietanza gastronomica.
[2] È probabile che Feed Me, in particolare nello sviluppo del "folle patto" tra vittima e carnefice, sia ispirato anche alla figura di Armin Meiwes, omicida celebre come "Der Metzgermeister" (Il mastro macellaio) o il cannibale di Rotenburg, due soprannomi attribuiti in seguito a un allucinante fatto di cronaca, avvenuto in Germania nel corso del 2001, narrato nell'impressionante film di Martin Weisz (Grimm Love, 2007).
Feed Me: Christopher Mulvin e Neal Ward
"Cominciai a cambiare. È stato allora che il cannibalismo è cominciato, mangiavo il cuore e i muscoli delle braccia. Era un modo per farmi sentire che loro entravano a far parte di me. All'inizio fu solo curiosità ma poi è diventato compulsivo, infine ho cercato di mantenere in vita una persona inducendo uno stato simile a uno zombi. (...) Avevo questi desideri e pensieri ossessivi che cercavo di controllare, non ci riuscivo. Ero definitivamente posseduto. Io uccidevo non perché fossi arrabbiato con loro, non perché li odiassi, ma perché volevo tenerli con me e man mano che la mia ossessione cresceva, conservavo parti del corpo come teschi e scheletri."
(Jeffrey Dahmer)
Trailer
F.P. 09/11/2022 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 96'21") / Data del rilascio USA: 22/10/2022
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