Regia di Maurizio Sciarra vedi scheda film
Premesso che ho visto il film più che altro perché incuriosito dalla presenza di Gwenaëlle Simon (che aveva lavorato con Rohmer in Racconto d’estate), si tratta di una sciocchezzuola irritante: ci sono anche sciocchezzuole simpatiche, ma non è questo il caso. Qui abbiamo due ragazzi, un portoghese e un italiano, che il 25 aprile 1974, alla notizia della caduta del regime di Caetano, partono da Parigi per il Portogallo sulla loro due cavalli, non si capisce se per dare man forte ai rivoluzionari (peraltro già vincitori) o solo per vedere l’effetto che fa. Strada facendo raccolgono una loro amica francese, che non c’entra nulla ma serve a introdurre superflue complicazioni sentimentali. Il temuto attraversamento della Spagna franchista si risolve nell’incontro con un hidalgo marpione e appassionato di automobili. Arrivati a Lisbona, i tre cercano di vedere la rivoluzione, ma a quanto pare lo spettacolo è già finito; c’è una folla esultante, ma per la vittoria del Benfica. Intanto, fra una cosa e l’altra, il film è arrivato alla fine (e la giovinezza pure, sembra di intuire che la morale sia questa). Considero perdute per sempre le speranze di vedere Giannini jr andare a lavorare.
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