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Zamora

Regia di Neri Marcoré vedi scheda film

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La recensione su Zamora

di mm40
4 stelle

Siamo negli anni Sessanta. Walter Vismara è un introverso ragioniere lombardo sulla trentina e la sua azienda sta per chiudere i battenti. Il capo lo raccomanda però al cavalier Tosetto, imprenditore milanese fissato soltanto con un'altra cosa, oltre al lavoro: il calcio. Vismara, presto alla sprovvista durante il colloquio con Tosetto, si spaccia per portiere. Dovrà così imparare a giocare in porta nelle partitelle settimanali fra i dipendenti della ditta.


Classe 1966, Neri Marcorè approda alla regia del suo primo lungometraggio a un'età decisamente avanzata, ma dimostra di conoscere sufficientemente bene il mezzo cinematografico. Per questo Zamora riveste addirittura il triplice ruolo di regista, interprete (in un ruolo chiave della storia) e sceneggiatore, insieme a Paola Mammini, Maurizio Careddu e Alessandro Rossi, prendendo spunto da un romanzo di Roberto Perrone (scomparso durante la lavorazione del film, e al quale il lavoro è dedicato). Tra le tre, pur non sfigurando in nessuna di esse in particolare, si fa preferire la veste del Marcorè attore: la regia e la confezione sono, pur non eccellenti, potabilissime; la scrittura forse un po' prevedibile tra caratterizzazioni provinciali retrò e tic italioti d'antan (il calcio, chiaramente, in testa a tutti); la prova davanti alla macchina da presa è invece salda e ben si accompagna a quelle dei compagni di cast artistico. Tra gli altri: Alberto Paradossi, Anna Ferraioli Ravel, Marta Gastini, Walter Leonardi e Pia Engleberth, con la partecipazione di Antonio Catania, Giovanni Storti e Giacomo Poretti (di Aldo, Giovanni e Giacomo) e di Ale e Franz, cioè Alessandro Besentini e Francesco Villa. A tratti, e chiaramente intende essere un complimento, sembra un film di Pupi Avati – di ambientazione lombarda anziché emiliana, si capisce; in altri momenti qualche banalità di troppo rischia di richiamare le atmosfere inoffensive delle fiction televisive (la sottotrama sentimentale della sorella, per es.); le sequenze migliori sono probabilmente quelle proprio con Marcorè nei panni dell'ex portiere Giorgio Cavazzoni, quando la storia si fa più intensa e originale. Curiosità sul titolo, per chi non fosse troppo ferrato di calcio: Zamora è stato un leggendario portiere spagnolo della prima metà del Novecento. 4/10.

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