Regia di René Clément vedi scheda film
L'ultimo film di Clèment è un thriller che affonda nella cronaca nera, una coproduzione franco-italo-tedesca che vede impegnato un cast internazionale di buon livello. Fra gli interpreti ci sono Maria Schneider (in quello stesso anno anche con Antonioni, in Professione: reporter), Sydne Rome (giovanissima, ma già comparsa in pellicole di Tessari, Polanski, Festa Campanile), Robert Vaughn ed un insolitamente serio Renato Pozzetto, sulla cresta dell'onda nonostante sia soltanto agli esordi (il suo primo ruolo, già da protagonista, era stato quello in Per amare Ofelia di Mogherini, solo l'anno prima, discreto successo). Il soggetto e la sceneggiatura sono invece firmati da una squadra tutta italiana, composta da Luciano Vincenzoni e Nicola Badalucco, coppia di autori solidi e, soprattutto il secondo, ben inseriti nel genere noir/poliziesco; un difetto del film che salta all'occhio immediatamente è però la lentezza: per un prodotto di simile stampo poco meno di due ore di lunghezza sono tantine, se non supportate da un'adeguatamente ritmata e variegata materia narrativa. Finale tragico, non manca qualche crudezza (la fine del povero cagnolino); il sottotitolo italiano, tragicomico nel suo ispirare grottesco e buffonerie, è totalmente fuori luogo. Musiche di Francis Lai, che vinse l'Oscar nel 1971 per la colonna sonora di Love story. 5,5/10.
Nel rapimento di un bambino, figlio di un industriale, rimane coinvolta anche la baby sitter. Mentre la polizia indaga, la ragazza tenta la fuga in ogni modo: ma i delinquenti sono spietati...
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