L'esperto pilota Brodie Torrance, vedovo da tre anni, si appresta a raggiungere la propria figlia dopo aver ultimato l'ultimo volo da un paese orientale agli Usa. Cosciente di andare incontro ad una forte turbolenza, il comandante prova a proporre una rotta più consona per raggiungere l'aeroporto di arrivo, ma il suo superiore rifiuta ad acconsentire a modifiche comportanti maggiori costi di carburante in quanto il volo prevede il trasporto di soli quattordici passeggeri.
Ad essi si aggiunge all'ultimo momento un poliziotto impegnato a scortare in patria un pericolo criminale omicida.
La trasvolata aerea si presenta dopo poco pericolosa e quando un fulmine colpisce l'aereo, il poliziotto di cui sopra e una hostess perdono la vita a seguito di un violento sbalzo nell'abitacolo.
L'aereo, fuori uso dopo il violento impatto con il temporale, è costretto ad un atterraggio di fortuna, che il bravo pilota riesce a condurre a termine in modo magistrale, facendo posare il grosso aeroplano su una piccola pianura costeggiata da una foresta in una zona selvaggia ed ignota.
Nonostante ciò, i pericoli per i passeggeri si riveleranno ancora peggiori dello scampato disastro aereo. Equipaggio e passeggeri infatti scopriranno di essere atterrati in un'isola filippina in mano a dissidenti dediti a rapimenti con riscatto, e si accorgeranno sulla loro pelle di essere divenuti una preziosa posta in gioco per estorcere lucrosi ricatti al mondo occidentale.
I biechi briganti, tuttavia, non hanno tenuto conto della tenacia del comandante dell'aereo, e tanto meno l'abilità con le armi del detenuto, ex mercenario al soldo della Legione Straniera.
Gerard Butler non è certo esente da bufale commerciali indigeribili, ed il suo ritorno sul grande schermo con un action che mescola il disaster movie all'action puro, non poteva non far pensare all'ennesimo coinvolgimento del noto attore britannico, in un nuovo progetto tutto adrnalina e zero cervello.
The plane in effetti è tutto improntato verso questo fruttuoso quanto sconfortante sentiero, ma, grazie anche alla direzione di un esperto del genere action in grado di poter aspirare anche a qualche sprazzo d'autore, come è di fatto il francese da tempo trapiantato con un certo successo in Usa, Jean-Francois Richet, noto almeno perAssault on Precint 13 (2005) e dei due Nemico pubblico n.1 (entrambi del 2008), certe derive dozzinali sono in parte evitate.
The plane resta un film pieno di smodati vezzi e sentimentalismi tipicamente americani (il padre amoroso e vedovo che anela a rivedere la figlioletta, ma non esita a diventare un fiustiziere senza troppi rimorsi quando il pericolo incombe sui suoi passeggeri), indigeribili come sempre, ma serviti con più parsimonia rispetto a quanto visto in molti altri prodotti usa e getta con Butler.
E la sceneggiatura, che procede indolentemente con l'accumulo smodato di situazioni e rischi, tutto sommato riesce a gestire con una certa disinvoltura ogni particolare di una avventura adrenalinica tanto improbabile, quanto sufficientemente godibile, soprattutto se si mette in pausa il cervello per due orette scarse.
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