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Non così vicino

Regia di Marc Forster vedi scheda film

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La recensione su Non così vicino

di YellowBastard
6 stelle

Sicuro come le tasse è che a Hollywood adorano i remake.

Chiunque può finire prima o poi nel tritacarne dei remake hollywoodiani, a volte con risultati anche discutibili, per una tendenza che non ha risparmiato nessuna cinematografia ma che negli ultimi tempi ha prediletto soprattutto il cinema nordeuropeo.

 

Non così vicino: il nuovo trailer del film con Tom Hanks nei panni di un  uomo molto antipatico

 

Non così vicino (in originale A Man called Otto) è infatti il remake del film svedese Mr. Ove (En man som heter Ove) firmato da Hans Holm nel 2015 e, dopo il trionfo agli EFA, scelto dalla Svezia come suo rappresentante agli Oscar nella categoria Miglior Film Straniero dopo essere stato candidato anche per il miglior trucco.

Così come nella versione svedese all’origine della pellicola c’è il romanzo L’uomo che metteva in ordine il mondo di Fredrik Backman rimasto nella lista dei bestseller del New York Time per 42 settimane, ed è stato affidato al regista Marc Foster, tedesco di origine svizzere e autore versatile di opere molto diverse tra loro come Monster’s Ball con la premio Oscar Helle Barry, il biografico Neverland - Un sogno per la vita con Johnny Depp, il bondiano Quantum of Solace di Daniel Craig e lo zombie movie World War Z con Brad Pitt.

 

Questa nuova versione hollywoodiana non tradisce l’originale e lo sviluppo narrativo rimane fedele alla consueta parabola del burbero dal cuore tenero in un prevedibile percorso di redenzione, riadattando il contesto sociale, passato dalla società svedese a quella americana, e alcuni dei personaggi secondari che in questa pellicola assumono importanza e una propria precisa identità, costruendovi attorno anche una parabola sociale che però rimane alquanto abbozzata, quasi fuori contesto.

 

Per il resto il film corre sul doppio binario della commedia amara (nel presente) e il melò (nel passato) che i colori sfumati della fotografia di Matthias Koenigswieser ci restituiscono in un tono quasi favolistico (in contrapposizione a un presente invece dai colori più freddi e invernali), con il regista che predilige la dimensione più malinconica e umana scegliendo di dare maggiore spazio all’amore perduto e ai ricordi del passato, sacrificando in parte quella più cinica e grottesca che caratterizzava al contrario la versione svedese.

 

Non così vicino: nuovo trailer per il film con Tom Hanks

 

Come Rolf Lassgard anche l’Otto Anderson di Tom Hawks è un uomo che vive di ricordi, nel silenzio di una casa vuota, incapace di accettare il lutto. Impassibile e (apparentemente) privo di emozioni, Otto è una versione edulcorata del Kowalski di Gran Torino o il live action del Carl Fredricksen di Up! ma è anche un uomo invisibile, un uomo di cui nessuno riesce a vedere (o è davvero interessato a farlo) il dolore che si porta dentro, anche perché l’unico tipo di dialogo che riesce a instaurare con gli altri è un rimprovero o un borbottio a mezza bocca quasi incomprensibile (e spesso offensivo).  

Marc Foster ne descrive il personaggio con delicatezza, tirandone fuori anche la componente psicologica ma è soprattutto il mestiere di Tom Hanks a sorreggere tutto il film, dimostrando ancora una volta di riuscire a interpretare qualsiasi ruolo, anche questo che è un unicum nella sua lunghissima carriera e che lo porta sempre più ad assomigliare a un moderno Spencer Tracy, soprattutto nel cuore degli spettatori americani.

Funziona pure l’alchimia con l’attrice messicana Mariana Trevino (e sorvoliamo sul solito cliché che attribuisce ai latinos quel calore umano che manca invece all’americano medio) mentre, tra gli altri interpreti (Manuel Garcia-Rulfo, Rachel Keller, Mack Bayda, Cameron Britton, Juanita Jennings, Peter Lawson Jones, Lavel Schley, Kailey Hyman e Mike Birbiglia) troviamo anche Truman Hanks, figlio di Tom, nel ruolo del giovane Otto (ennesimo caso a Hollywood di nepo baby?). 

 

Non così vicino, Tom Hanks anziano brontolone che riscopre il gusto della  vita

 

Non così vicino sembra quasi un film di fine anni’90 o dei tempi di un cinema sentimentale ormai andato perduto, il racconto scorre coerentemente alternandone il lato comico con quello drammatico sciogliendosi progressivamente e trovando il giusto equilibrio tra commedia e dramma, forse eccede in qualche semplificazione di troppo ma riesce comunque nel suo obiettivo di commuovere il suo pubblico, anche grazie alla musica del più volte candidato all’Oscar Thomas Newman.

 

VOTO: 6

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