Regia di Ted Demme vedi scheda film
Ritratto a tinte ambigue di uno dei più potenti ed avidi commercianti di droga del secolo scorso, nonchè di un criminale improvvisato che, partito da una famiglia tutto sommato benestante, divenne, per smania di arricchirsi e paura della povertà, il punto di riferimento dei narcotrafficanti americani a cavallo tra anni '70 e '80.
Il film si divide pressocchè in due parti: ascesa e caduta di George Jung/Johnny Depp, e presenta due registri differenti. Mentre nella prima ora dominano i colori forti, la musica, l'ilarità, il montaggio concitato e quasi videoclipparo, nella seconda, che inizia con la comparsa della torbida Mirtha/Penelope Cruz, seguiamo il lento e inesorabile declino del protagonista, diviso tra la voglia di essere "pulito" per amore della figlia, e la costante tentazione di rimettersi in affari con i suoi ex soci. E qui i toni diventano decisamente drammatici, culminando nell'amaro, anche se prevedibile finale.
La morale è sin troppo esplicita, ma gli attori fanno tutti un buon lavoro e la regia riesce a tenere alta l'attenzione sia attraverso la voce fuori campo, sia attraverso la regia quasi fotografico e teatrale di alcune sequenze.
Alla fine la vita di quest'uomo scorre via davanti ai nostri occhi come un soffio (blow), una vita bruciata per via di scelte coscienti ma avventate e sbagliate. E gli ultimi secondi, fintamente rassicuranti, sono un vero colpo (sempre blow).
Abbastanza buona, con alcuni spunti interessanti.
Sfoggia con disinvoltura una serie di completini e parrucche a dir poco ridicole, entrando in pieno nella cultura hippie del personaggio cui conferisce molta umanità riuscendo a far sì che lo spettatore faccia il tifo per lui, pur trattandosi di un criminale.
Sensuale e isterica femme fatale.
Una prova molto intensa, soprattutto nell'ultima parte.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta