Regia di Ted Demme vedi scheda film
In "Blow" è raccontata la storia, apparentemente vera, del trafficante di droga George Jung, attualmente - e giustamente - detenuto nelle carceri americane. Le mirabolanti avventure del trafficante cominciano sulla East Coast americana, per trasferirsi in California, dove George diventa il più grande importatore di cocaina di tutto il Nord America, con i contatti in Messico e addirittura personalmente con Pablo Escobar in Colombia. Ma tutto sembra affondare le radici in una carenza affettiva del protagonista, soprattutto nei confronti della madre (che non esita a mandarlo in galera) e delle donne in generale. L'unico rapporto umano veramente duraturo è quello con il padre, un uomo leale, ma, purtroppo per George, debole. La figura del vecchio Jung è quella meglio descritta nel film del povero Ted Demme (morto nel 2002 ad appena 38 anni, proprio per un'overdose di cocaina), autore di un lavoro che, pur ispirandosi allo stile di Tarantino (in particolare a quello di "Jackie Brown") e al "Traffic" (2000) di Soderbergh, è poco riuscito. Proprio l'ottimo Ray Liotta, il padre, è la nota più lieta di questo film, che conferma una volta di più l'enigma Johnny Depp (ridicolmente incorniciato in una parrucca bionda): è stato scelto per rendere ancora più antipatico il protagonista, oppure l'effetto, perfettamente raggiunto, è puramente casuale?
Il migliore: molto più bravo di Depp.
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