Regia di Ken Loach vedi scheda film
Pur entro i limiti di una produzione nata per la televisione, "Paul, Mick e gli altri" è davvero un buon film, che profuma di vero in ogni inquadratura e in ogni dialogo. Non manca l'ironia in questa tragedia moderna, che illustra i guasti cui va incontro il lavoro di fronte alle privatizzazioni e al liberismo selvaggi. Quello di Ken Loach è l'altra faccia del cinema hollywoodiano (i cui protagonisti sono avvocati, medici, finanzieri e giornalisti) e anche di quello britannico che ha per protagonisti personaggi insulsi come Hugh Grant. Non so nemmeno se si possa definire un cinema di denuncia: quella di Loach sembra piuttosto un'amara constatazione di uno stato di fatto cui non si può che adeguarsi e che mette a rischio anche l'intima umanità delle persone (i tre operai costretti a spostare il corpo dell'amico per non perdere il lavoro). Ragione in più per amare questo "filmetto" il fatto che non sia piaciuto molto a Mereghetti (due pallini), il quale non condivide l'impostazione della sceneggiatura e il fatto che spesso Loach chiuda vicende drammatiche con una battuta, rischiando, secondo lui, la maniera. Con tutto il rispetto, confido che Loach abbia una conoscenza migliore del lavoro operaio rispetto a Mereghetti.
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