Regia di John Carpenter vedi scheda film
Quando un regista dà una potente sterzata all'horror, intoducendo killer metafisici, e ufficializzando il teen-horror solo accennato dal Ted Hooper di "The Texas Chainsaw Massacre" del '74, vuol dire che è un certo tipo di regista, e che ogni suo film va visto con attenzione. Magari i grandi registi cadono nel compromesso produttivo, con l'avanzare degli anni, lasciando l'innovazione e l'orginalità come ricordo di inizio carriera. Invece Carpenter riesce anche stavolta a dirigere un film potente. Il regista, probabilmente il primo a fondere la fantascienza con l'horror, anche con "Fantasmi da Marte" si reinventa il suo sottogenere, o meglio filone. Tra un riconoscibile omaggio al grande western, un'ambientazione da Sci-Fi, e a un'immaginario horror classico, Carpenter firma una regia a mosaico che incastra i vari flaschback e il loro racconto polifonico tra loro, costruendo una linea narrativa efficace, che s'allontana da quella solita dell'horror tradizionale. Per non parlare poi del tema della droga: il Male viene vomitato dalla bellissima protagonista, proprio grazie all'uso di stupefacenti. Che in una società corrotta rifugiarsi nei paradisi artificiali sia l'unica via? Be', Carpenter non ha detto questo, ma....
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