Regia di Don Roos vedi scheda film
Hollywood sembra ossessionata dal destino, soprattutto se questo si impone, all'improvviso, e in forma tragica, come nel caso di un incidente aereo (e questo ben prima della comprensibile sindrome dell'11 settembre). Come "Fearless", "Final destination", "Unbreakable" (il disastro lì era ferroviario, ma l'assunto non cambia) e "Destini incrociati", film diversissimi fra loro, ma con la citata ossessione a fare da minimo comun denominatore, anche "Bounce" racconta i tormenti di un sopravvissuto alla sciagura e la crisi di coscienza che la scampata tragedia porta con sé, fra sensi di colpa e ripensamenti esistenziali. Peccato che in "Bounce" tutto questo non vada oltre le comprensibili moltiplicazioni e sottrazioni psicologiche che potrebbe elaborare anche un bambino che svolgesse un tema sullo stesso argomento. Peccato, insomma, che lo script, dopo una partenza intrigante, si impantani nel giro di una paio di sequenze in una zuppa romantica di carinerie e di banalità assortite ("non si può essere coraggiosi se non si prova prima paura"), con prevedibile falò delle vanità finale. E se Don Roos non attenta all'intelligenza dello spettatore (in fondo il mea culpa dello yuppie è ben circostanziato), certamente non fa nulla per stuzzicarlo o interessarlo, accontentandosi di barattare il ridicolo con un paio di poderosi sbadigli.
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