Regia di Michael Mann vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 80 - CONCORSO
"Maserati partecipa alle corse per vendere macchine. Ferrari vende macchine per partecipare alle corse".
Un vero imprenditore di successo quasi sempre deve essere una carogna; un immorale, un egoista, un prepotente.
Le mosche bianche naturalmente esistono, ma quasi solo per confermare la regola tassativa ed inequivocabile sopra esposta.
Per Enzo Ferrari un pilota della sua scuderia non poteva permettersi di frenare prima di un avversario, giocandosi il primo posto nell'affrontare la curva che fa la differenza.
Ma si cominci dall'inizio: un incipit patinato e a rischio scult del nuovo, attesissimo lavoro del gran regista Michael Mann, fa storcere il naso a molti spettatori e rimanda, anche a causa della presenza del medesimo protagonista, Adam Driver, molto preso nel ruolo, inesorabilmente al pacchiano, ma non pessimo Gucci di Ridley Scott, girato solo un paio d'anni prima.
Questa iniziale, prematura sensazione non proprio piacevole, che matura in particolare nello spettatore italiano nel momento in cui si ritrova ad ascoltare, nella vo proposta al festival, personaggi italiani interpretati da divi statunitensi impegnati a esprimersi nella loro lingua madre e nel contempo ascoltando un vociare in sottofondo in italiano o mezze frasette intercalari pronunciate sempre in italiano, ma maccheronico, per fortuna lascia presto spazio ad altri sentimenti, decisamente più positivi.
Quelli che derivano da un film dinamico, che una volta "ingranata la marcia", si fa forte di riprese tecnicamente eccezionali come solo da un mago virtuosista come Mann e da pochi altri colleghi è lecito aspettarsi, se non pretendere.
Sfide tra vecchi prototipi di auto da corsa sia in circuito, alternando immagini d'epoca a scene ricostruite ad hoc come avviene ad inizio film, alla strepitosa sfida delle Mille Miglia, ove lo spregiudicato Enzo Ferrari, messo alle strette da una crisi finanziaria seconda solo a quella familiare, si gioca il tutto per tutto del suo incerto futuro da imprenditore.
Scene spettacolari, terribili come la riproduzione del tragico incidente di Guidizzolo, che permettono al gran regista di Heat ed Insider di dar prova nuovamente della sua eccelsa tecnica di regia.
Uno stile che lascia senza fiato e che ripaga certe scelte un po' troppo strategiche e commerciali come l'ostinarsi a scegliere un cast quasi solo internazionale, con parti come quella dell'amante Laura Lardi finita ad una Shailene Woodley non particolarmente azzeccata.
Brava e grintosa Penelope Cruz, efficace nel ruolo della moglie-contabile scaltra e tenace. E perfetto anche Adam Driver, emblema per la seconda volta di un brand italiano esclusivo e di lusso, nonostante per lui il ruolo di Enzo Ferrari sia fin dall'inizio parsa una scelta quasi azzardata in quanto nient'altro che un doppione dell'accennato House of Gucci di Scott.
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