Regia di Mario Bonnard vedi scheda film
Tebe. La bella Afra viene fatta schiava, mentre Alessandro Magno conquista la città; con il nome di Frine la ragazza diviene cortigiana, con l'unico obiettivo di racimolare denaro a sufficienza per ricostruire le mura di Tebe.
Uno dei tanti peplum - film in costume antico - che in quegli anni venivano girati quasi a catena di montaggio; il fenomeno è ancora agli esordi e raggiungerà il suo picco produttivo solamente al termine del decennio e all'inizio di quello successivo. Chi invece è ormai a fine carriera è Mario Bonnard, classe 1889, regista di innumerevoli pellicole popolari, soprattutto melodrammi e commediole; l'impegno profuso per quest'opera può essere stato poco, ma in fin dei conti il risultato non tradisce le (minime) aspettative di partenza. Azione, buoni sentimenti, una bella protagonista, scene e costumi assortiti con sufficiente cura, l'inevitabile lieto fine: Frine cortigiana d'Oriente è un film di scarse ambizioni, ma non per questo meno apprezzabile nel contesto dei suoi evidenti limiti. La sceneggiatura, tratta da un episodio storicamente accertato, è firmata da Bonnard insieme a Ivo Perilli e Cesare Ludovici; fotografia in bianco e nero di Mario Albertelli, musiche sontuose di Giulio - fratello maggiore del regista - Bonnard. Fra gli elementi centrali del cast si possono ricordare Elena Kleus, Pierre Cressoy, Giulio Donnini, John Kitzmiller, Barbara Berg, Carlo Tamberlani e Vittorio Duse. Per il suo successivo lavoro, l'anno seguente, Bonnard ritornerà al drammatico: sarà Tradita, con l'accoppiata spumeggiante Brigitte Bardot/Lucia Bosè. 3/10.
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