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Nocebo

Regia di Lorcan Finnegan vedi scheda film

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La recensione su Nocebo

di undying
5 stelle

Ottime intenzioni, con giusta e condivisibile presa di posizione da parte degli autori contro lo sfruttamento attuato nei confronti dei lavoratori nelle disumane fabbriche filippine. Risultato, però, alquanto mediocre, perlomeno da un punto di vista puramente cinematografico.

 

locandina

Nocebo (2022): locandina

 

Stilista affermata, felicemente sposata con Felix (Mark Strong) e con una piccola figlia a carico, Christine (Eva Green) cade in uno stato depressivo, affiancato da allarmanti amnesie, vuoti di memoria che impongono di assumere una badante, individuata nella filippina Diana (Chai Fonacier). Questo indefinibile malessere, che la medicina tradizionale non riesce a curare, inizia a manifestarsi in seguito a uno strano incidente (svelato in flashback solo nel finale), dopo che Christine ha incontrato un cane malmesso, portatore di zecche. Le attenzioni di Diana e le sue inusuali cure alternative, attuate attraverso inquietanti rituali, sembrano inizialmente avere effetto positivo su Christine, nonostante i dubbi espressi da Felix sulle reali intenzioni della donna.

 

"Mi cadono i capelli, ho degli sfoghi, mal di testa, tremori e nevralgie. Mi gira la testa e perdo la memoria, qualche volta non capisco dove mi trovo. Sento odore di cose inesistenti. I miei sintomi vanno e vengono e svaniscono se mi visita un medico. A volte mi sembra di essere impazzita."

(Dal diario di Christine)

 

scena

Nocebo (2022): scena

 

Protagonista del film è una "strega" filippina, conosciuta in patria con il termine di Ongo, in grado di trasferire i suoi poteri a una giovane testimone che l'assiste quando in fase di trapasso. Non c'è dunque dubbio che la storia, alla base della sceneggiatura scritta da Garret Shanley, sia di tipo fantastico. Ma è di quel (falso) genere che resta in sottofondo, cedendo il passo a tematiche più scottanti e, purtroppo, ancorate alla realtà. Nei titoli di coda, ad esempio, compare la significativa frase: "Giustizia per tutti i lavoratori del Kentex" (cifr. articolo sull'HuffPost), riferita a una tragedia, evitabile, che in buona parte alimenta le pulsazioni "drammatiche" al cuore di questo lungometraggio e che rende anche conto delle esagerate simpatie critiche raccolte, un pò ovunque, da Nocebo. Titolo raffinato, senza dubbio, che rimanda all'opposto dell'effetto "placebo": uno pseudo farmaco privo di effetto (con la consistenza chimica del nulla) in grado di suggestionare l'ammalato che lo assume, il quale in maniera inspiegabile razionalmente, talvolta ne trae comunque un reale beneficio. In questo caso, al contrario appunto, la protagonista è vittima di un "senso di colpa" ch'è causa principale (per conseguente reazione di tipo nocebo) della sua malattia. Nessuno dovrebbe non condividere la presa di posizione degli autori contro gli orrori dello sfruttamento "parassitario" della mano d'opera - quindi della schiavitù sul lavoro, particolarmente praticata alle latitudini filippine -, reso qui sotto metafora dalla presenza di una zecca gigantesca (in una delle scene più involontariamente comiche presenti nel film). Detto questo, però, a livello artistico - e pure di passatempo - con Nocebo siamo sempre lì, in aurea mediocritas, tra il massimo delle intenzioni e il minimo della realizzazione, tra l'ottimo costituito dalla presa di posizione politica in difesa degli sfruttati e il pessimo rappresentato dalla superficiale tecnica di messa in scena. Lorcan Finnegan dirige male, gli attori recitano peggio (da fucilazione alla schiena Mark Strong, flagellazione Chai Fonacier e linciaggio - riservato alla peggiore di tutti - Eva Green), il montaggio necessita di ripetuti flashback nel tentativo di rimediare alle lacune di uno script poco ispirato, che ricorre a dialoghi quasi demenziali (non aiuta, a dire il vero, il doppiaggio italiano, involontariamente caricaturale, della filippina), mentre gli effetti speciali, impostati con pessima grafica digitale, as usual, si limitano ad offrire qualche flemmatico jumpscare, ottenuto con il supporto degli immancabili botti sonori. "Niente paura, niente paura, indosso le scarpe portafortuna", recita canticchiando Christine mentre, sorridente e zoccoleggiante, ancheggia cagnescamente indossando un paio di rosse scarpette tacco 12. E infatti, un ipotetico "paurometro" applicato a Nocebo darebbe come risultato una misura impercettibile, ferma sotto la soglia minima dello spavento infantile provato di fronte alla prevedibile favoletta della buona notte, letta da una nonna distratta e intorpidita per conciliare un sonno profondo.

 

Eva Green

Nocebo (2022): Eva Green

 

"Il cieco sviluppo della tecnica rafforza l’oppressione sociale, e a ogni passo lo sfruttamento minaccia di trasformare il progresso nel suo contrario, la barbarie completa."

(Max Horkheimer)

 

Trailer 

 

F.P. 05/03/2023 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 97'48")

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