Regia di Lorcan Finnegan vedi scheda film
Una stilista inglese va in visita nella fabbrica filippina in cui vengono realizzati i suoi abiti; al ritorno a casa, dopo il morso di una zecca, comincia a soffrire di strani vuoti di memoria e altri problemi di salute inspiegabili. Ad aiutarla giungerà una badante proprio di origine filippina, che però fin da subito non piace al marito e alla figlia della donna.
È una grande fiaba horror, quella di Nocebo, terza regia in lungometraggio per l'irlandese Lorcan Finnegan, a tre anni di distanza dall'ottimo Vivarium (2019). Una fiaba perché il dipanarsi della storia segue i tipici canoni di quel genere di letteratura: personaggi stereotipati, situazioni didascaliche, metafore non particolarmente velate e un finale con morale inclusa; horror perché... bè, basta vedere il film per rendersene conto: dalla colonna sonora minimalista (Jose Buencamino) agli effetti speciali, dalla tensione in perenne crescendo agli argomenti (la magia nera, una malattia incomprensibile), tutto concorre a creare un certo tipo di contesto 'di paura'. Ma è paura con una morale, ed è esattamente questo che rende interessante Nocebo, al di là degli evidenti limiti della sceneggiatura (del fido Garret Shanley), un filo troppo prevedibile negli snodi principali. Eccellente la protagonista Eva Green, bravi anche se in ruoli mai precisamente definiti Chai Fonacier, Mark Strong e la piccola Billie Gadsdon. Quel “grande” in incipit, riferito alla fiaba horror, è comunque dovuto: la confezione è impeccabile e la mano di Finnegan sa sempre quello che fa. 5,5/10.
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