Una stilista soffre di un male misterioso di cui i medici non riescono a identificare l'origine e che ovviamente fa soffrire suo marito e chi le vuole bene. Un giorno entra in contatto con un guaritore filippino, che con le sue antiche conoscenze popolari riesce a venire a capo del male, rivelando però una verità orribile.
Non proprio un capolavoro, a partire dall'idea di virare sull'horror, con elementi sovrannaturali poco verosimili e a tratti pure un po' ridicoli, con pupazzetti che sembrano usciti da un B movie anni '70. Bella prova per la Green, decisamente non per la sua nemesi misconosciuta. Doppiaggio italiano di scarso pregio, che aumenta il fastidio general
"Nocebo" è un film senza infamie e senza lode. Sembra muoversi all'insegna del vorrei ma non posso, più incline a compiacersi che a piacere. Vorrebbe essere un horror, ma riesce solo a darsi un espediente narrativo troppo forzato nei suoi aspetti spazio temporali per non apparire poco convincente. Ma è innegabile una certa classe nella messinscena.
Ottime intenzioni, con giusta e condivisibile presa di posizione da parte degli autori contro lo sfruttamento attuato nei confronti dei lavoratori nelle disumane fabbriche filippine. Risultato, però, alquanto mediocre, perlomeno da un punto di vista puramente cinematografico.
Il supernatural thriller di ascendenze orientali e sottotesto politico sembra un deciso passo indietro per l'autore di Whitout Name e Vivarium, per via di un'iconografia decisamente abusata ed un montaggio quanto meno pasticciato. La recitazione della Green reclama il meritato contrappasso che tocca in sorte al suo sciagurato personaggio.
Roma (quartiere Salario, 1951) ore 11, Dacca (sub-distretto di Savar, 2013) ore 08:45, Cebu City (zona manifatturiera, oggi) ora X (a guisa di Valenzuela City, Manila).
“Nocebo”. In medicina e psicologia, in parziale antitesi con placebo, ogni fattore o atteggiamento emozionale che induce stati d’animo quali insicurezza, angoscia, patofobia, con… leggi tutto
Stilista affermata, felicemente sposata con Felix (Mark Strong) e con una piccola figlia a carico, Christine (Eva Green) cade in uno stato depressivo, affiancato da allarmanti amnesie, vuoti di memoria che impongono di assumere una badante, individuata nella filippina Diana (Chai Fonacier). Questo indefinibile malessere, che la medicina tradizionale non riesce a curare, inizia… leggi tutto
Il primo difetto è la prevedibilità, il secondo è la totale mancanza di cinegenicità della co-protagonista, il terzo è la ridicolaggine dello "spirito" che albergherebbe in una specie di piccione spennato. L'idea avrebbe potuto prestarsi a ben altro. Purtroppo la regia barcolla, esita, ripete, frammenta, ossessiona, e in generale è totalmente… leggi tutto
"Nocebo" (2023) di Lorcan Finnegan
Una stilista di abbigliamento per bambini divide la sua frenetica vita tra la famiglia, marito e figlia adolescente, e il proprio lavoro dov'è molto richiesta. Tutto cambia suo malgrado il giorno che viene punta e infettata da un insetto, una zecca lanciatale da un cane moribondo. Di li' a poco la sua mente e il suo corpo…
Una donna misteriosa si presenta alla porta di Christine (Eva Green) per lavorare come domestica, porta con sé una presenza magnetica e misteriosa, sembra avere un'aura di magia intorno a sé. No, non è Mary Poppins, l'iconica tata dei film Disney. L'arrivo improvviso di Diana (Chai Fonacier) e la sua capacità di curare le ferite emotive di…
Il primo difetto è la prevedibilità, il secondo è la totale mancanza di cinegenicità della co-protagonista, il terzo è la ridicolaggine dello "spirito" che albergherebbe in una specie di piccione spennato. L'idea avrebbe potuto prestarsi a ben altro. Purtroppo la regia barcolla, esita, ripete, frammenta, ossessiona, e in generale è totalmente…
Stilista affermata, felicemente sposata con Felix (Mark Strong) e con una piccola figlia a carico, Christine (Eva Green) cade in uno stato depressivo, affiancato da allarmanti amnesie, vuoti di memoria che impongono di assumere una badante, individuata nella filippina Diana (Chai Fonacier). Questo indefinibile malessere, che la medicina tradizionale non riesce a curare, inizia…
Una stilista inglese va in visita nella fabbrica filippina in cui vengono realizzati i suoi abiti; al ritorno a casa, dopo il morso di una zecca, comincia a soffrire di strani vuoti di memoria e altri problemi di salute inspiegabili. Ad aiutarla giungerà una badante proprio di origine filippina, che però fin da subito non piace al marito e alla figlia della donna.
È una…
Roma (quartiere Salario, 1951) ore 11, Dacca (sub-distretto di Savar, 2013) ore 08:45, Cebu City (zona manifatturiera, oggi) ora X (a guisa di Valenzuela City, Manila).
“Nocebo”. In medicina e psicologia, in parziale antitesi con placebo, ogni fattore o atteggiamento emozionale che induce stati d’animo quali insicurezza, angoscia, patofobia, con…
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Non proprio un capolavoro, a partire dall'idea di virare sull'horror, con elementi sovrannaturali poco verosimili e a tratti pure un po' ridicoli, con pupazzetti che sembrano usciti da un B movie anni '70. Bella prova per la Green, decisamente non per la sua nemesi misconosciuta. Doppiaggio italiano di scarso pregio, che aumenta il fastidio general
leggi la recensione completa di Souther78Antropomorfe zecche predatorio-colonialiste.
leggi la recensione completa di mck"Nocebo" è un film senza infamie e senza lode. Sembra muoversi all'insegna del vorrei ma non posso, più incline a compiacersi che a piacere. Vorrebbe essere un horror, ma riesce solo a darsi un espediente narrativo troppo forzato nei suoi aspetti spazio temporali per non apparire poco convincente. Ma è innegabile una certa classe nella messinscena.
commento di Peppe ComuneOttime intenzioni, con giusta e condivisibile presa di posizione da parte degli autori contro lo sfruttamento attuato nei confronti dei lavoratori nelle disumane fabbriche filippine. Risultato, però, alquanto mediocre, perlomeno da un punto di vista puramente cinematografico.
leggi la recensione completa di undyingIl supernatural thriller di ascendenze orientali e sottotesto politico sembra un deciso passo indietro per l'autore di Whitout Name e Vivarium, per via di un'iconografia decisamente abusata ed un montaggio quanto meno pasticciato. La recitazione della Green reclama il meritato contrappasso che tocca in sorte al suo sciagurato personaggio.
commento di maurizio73