Regia di Clare Peploe vedi scheda film
È il migliore dei quattro film diretti da Clare Peploe. Tratto dalla pièce settecentesca di Pierre de Marivaux, il film vuole catturare l’aria e lo spirito di un secolo, il modello di una scrittura teatrale, la flagranza della performance. La messa in scena, con un tocco soave e brillante, incalza e registra la vertigine lieve dei dialoghi in cui si passa dalla seduzione alla menzogna, dalla strategia del corteggiamento all’arguzia grazie ai quali Phocion (una Mira Sorvino di rara efficacia) corteggia e promette amore a un filosofo, alla sorella e a un giovane principe. Nell’armonia solare di una villa-palcoscenico, il travestimento sessuale e la mascherata della conversazione determinano il primato del sentimento sulla ragione. La regista dirige alla perfezione i suoi attori e ne orienta le schermaglie con i rispettivi personaggi come in un saggio moderno sulla teoria e sulla tecnica di un’interpretazione senza identificazione. Oltre alla Sorvino, sono eccezionali Ben Kingsley e Fiona Shaw.
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