Regia di Mimmo Raimondi vedi scheda film
Nico è un ragazzo delle periferie milanesi che sbarca il lunario con lavoretti noiosi o faticosi, mentre sogna di diventare un rapper. Col suo giro di amici coltiva ambizioni e passioni, affronta delusioni e sconfitte, ma sempre facendosi tutti quanti una risma di cannoni in allegria. Nemmeno a casa le cose vanno bene: il padre ha abbandonato la madre, Nico e sua sorella, che per giunta parla romanesco stretto dopo essere stata a studiare a Roma (escamotage ardito per spiegare una scelta di casting discutibile). Poi Nico incontra il dj Ray e, dopo una disgrazia, sale finalmente sul palco e diventa un cantante rap, così a caso.
Il film degli Art. 31 arriva a otto anni di distanza dall'esordio del duo nella musica, con l'album Strade di città (1993), quando la discografia della band ha già raggiunto i cinque titoli – l'ultima uscita era stata Xché sì del 1999, a cui era seguito un Greatest hits (2000). Insomma, di materiale su cui lavorare sicuramente ce n'era; e invece a sorpresa J-Ax e Dj Jad se ne vengono fuori con una pellicola in odore di debutto, un vero e proprio romanzo di formazione che racconta la nascita di un sodalizio musicale, quello tra Nico e Ray, che è facilmente sovrapponibile a quello dei due protagonisti. A dirla tutta poi in Senza filtro si può già notare la differenza fondamentale di carattere che intercorre tra i due: J-Ax è il vero e proprio interprete centrale, attorno a cui tutta la storia ruota, esuberante e indubbiamente dotato di strabordante personalità, mentre Dj Jad ha un ruolo marginale, meno appariscente, in secondo piano rispetto a svariati altri attori. Tra questi vale la pena ricordare Anna Melato, Paolo Sassanelli, Dino Abbrescia, Luciano Federico, Valeria Morosini, Chiara De Bonis e, rullo di tamburi, Cochi Ponzoni; speciali menzioni quindi per Wlady – che è il fratello di Dj Jad, Grido – che è il fratello di J-Ax, i dj Albertino, Pizza e Kay Rush, nota anche come conduttrice televisiva. La sceneggiatura di Piero Bodrato proviene da un soggetto di quest'ultimo e del regista Mimmo Raimondi: il fatto che per Raimondi si tratti contemporaneamente dell'esordio nel cinema e del suo addio allo stesso è la recensione migliore che si potrebbe fare sul film. La confezione non è troppo trasandata, se si vuole dire qualcosa di positivo; ma i contenuti sono realmente poca, pochissima cosa. 2/10.
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