Regia di Terry L. Noss, Richard Rich vedi scheda film
La schizofrenica ricerca di un realismo perfetto, non priva l’animazione di prodotti di taglio classico la cui unica ambizione è raccontare una storia che piaccia ai bambini. È il caso di “La voce del cigno”, tratto da un racconto di E.B. White (l’autore di “Stuart Little” per intenderci) e diretto dalla “vecchia” conoscenza Richard Rich (“Red e Toby nemiciamici”...) che racconta l’avventura del cigno trombetta Louie, nato muto per la disperazione dei genitori. Nonostante il grave handicap, Louie ha un carattere deciso e con l’aiuto di un giovane boy-scout impara il linguaggio degli uomini e inizia a suonare la tromba, diventando un virtuoso dello strumento che si trasforma nel suo mezzo di comunicazione col mondo, grazie al quale conquista l’ammirazione degli umani e dei suoi simili e anche l’amore della bella Serena. L’inizio è sommesso, quasi noioso, con numeri di canto e di danza francamente deludenti, ma poco a poco il film acquista ritmo, sino a diventare trascinante quando Louie delizia con le sue esecuzioni che sembrano arrivare da New Orleans.
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