Regia di Bertrand Bonello vedi scheda film
Per essere un film sul (l'anima del) porno, è decisamente statico e riflessivo anzichenò. Il discorso di fondo è tutt'altro che facile, mettendo in relazione la vita privata e quella pubblica del protagonista/regista, e la sua attuale vocazione individualista (pensare a sè stesso e a chi gli è attorno pare l'unica occupazione soddisfacente rimastagli) che va a cozzare contro il suo passato, nella vita ed artistico, 'burrascoso'. Fosse un lavoro più accomodante, si risolverebbe qualcosa: invece qui il ritmo è blandissimo, Léaud (che è pur sempre incontestabile) pare avere il latte alle ginocchia lui stesso, la storia si sviluppa troppo poco e troppo lentamente per lasciare un segno riconoscibile sullo spettatore. Che, inevitabilmente, si annoia. Si segnala la curiosa scelta di inserire scene di sesso, comprese penetrazione ed eiaculazione.
Un regista di film porno, con trent'anni di carriera alle spalle, vive una crisi personale e professionale. Non si ritrova più nei meccanismi del cinema pornografico e la sua famiglia è sfasciata; con il figlio adolescente, ha un rapporto di amore e odio e il suo attuale sogno è quello di farsi una casa in campagna.
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