Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Visse due volte l’uomo in più. Nei primi anni ’80, come Toni Pisapia, crooner partenopeo dalla voce seducente, artista da balera conteso dalle donne, coccolato dai manager, rispettato dai pusher. E come Antonio Pisapia, stopper ammirato, allenatore dilettante ma geniale, inventore di un modulo alla Sacchi anni prima di Sacchi. Paolo Sorrentino esordisce dietro la macchina da presa con un teorema tragico che si sviluppa in parallelo. Due uomini ricchi e famosi cadono in disgrazia, sembrano rialzarsi dall’oblio e improvvisamente ripiombano nell’abisso, quello definitivo. Il regista sceglie un pedinamento intenso, entra nei personaggi, li assale con sguardo partecipe e lascia che si sciolgano nel dramma: da brivido il monologo di Servillo in Tv. Il doppio finale alla “Lezioni di piano” e in generale la convergenza delle due vicende non convince del tutto, ma il resto del film colpisce davvero. È bello rivedere Angela Goodwin sul grande schermo.
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