Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Antonio Pisapia (Toni Servillo), detto Tony, è un cantante neomelodico napoletano di successo nei primi anni '80. Arrogante, sbruffone, pieno di donne, cocainomane: la vita gli sorride.
Antonio Pisapia (Andrea Renzi), omonimo del cantante, è un calciatore di serie A, ruvido mediano resosi protagonista in una partita difficile con un gol in semirovesciata. Timido, onesto, corretto, tranquillamente sposato: anche per questo Pisapia le cose vanno a gonfie vele.
Tony, però, viene beccato a letto con una sedicenne e, nonostante venga assolto da ogni accusa poiché lei era consenziente, il calo di popolarità è inevitabile e nessuno lo vuole più; ripulirsi dalla droga e risalire dalla china cominciando dai concertini nelle sagre paesane con una quindicina di spettatori non è facile per lui.
Il Pisapia calciatore, invece, si ritira dopo un bruttissimo infortunio e, avendo progettato già da tempo una carriera da allenatore in accordo con la società di appartenenza, si butta a capofitto in quest'idea, prendendo il patentino e sviluppando un nuovo modulo di gioco; ma, con scuse e scelte inaspettate una dietro l'altra, la società non gli offre un posto da allenatore e Antonio, invece di rassegnarsi e provare un'altra dignitosa carriera, decide di impuntarsi.
Le vite dei due omonimi, tanto diversi quanto simili, s'incrociano per un breve attimo...
Lungometraggio d'esordio di Paolo Sorrentino, L'uomo in più è un film che si sviluppa lungo un'idea brillante: quella di raccontare l'inesorabile declino di due personaggi famosi omonimi parallelamente, come se fossero due facce di una stessa medaglia, di una medaglia brutalmente strappata via e in caduta libera, che si trascina entrambi i Pisapia nel baratro.
Ottimi entrambi i Pisapia, vale a dire Toni Servillo e Andrea Renzi, ben supportati dal contorno di caratteristi e dalla regia di un Sorrentino che tutto può sembrare meno che un trentenne esordiente. Pur con qualche passaggio a vuoto, L'uomo in più è un lavoro che, ispirato dalle vicende del calciatore Di Bartolomei e del cantante Califano, rappresenta un audace tentativo di fare del cinema italiano di livello e serio.
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