Regia di Paolo Strippoli vedi scheda film
Roma è battuta da intense piogge. L'acqua sporca cola in tombini e caditoie e si mescola ad una sostanza diffusa nelle fogne della città; evapora, tracima dagli scarichi domestici. Il composto è inalato dai cittadini, i quali poco dopo vivono stati di allucinazione e si abbandonano ad atti di violenza, stimolati dai loro istinti ed ossessioni. Ne rimangono coinvolti - vittime, ma anche cause - Thomas, impegnato nel tenere insieme la famiglia devastata da un incidente, ed il figlio Enrico. Il giovane Paolo Strippoli, reduce del discreto successo ottenuto con il film "A Classic Horror Story", del 2021, di cui ha condiviso la regìa, dirige un horror dalle tonalità estremamente drammatiche, in cui, come spesso avviene, l'elemento sovrannaturale non è molto più terrificante della realtà tratteggiata. Tanto sfortunati sono i protagonisti, da lasciarci immaginare che potrebbero commettere atti inconsulti anche senza aver respirato i vapori. Thomas, male in arnese, in costante difficoltà economica, quando non è a lavoro - finchè ha un lavoro - passa il suo tempo ad accudire la figlia Barbara, rimasta paralizzata dalla vita in giù, con scarse possibilità di recupero, in seguito ad un incidente stradale che ha portato alla morte di Cristina, moglie e madre della piccola. Causa dell'evento è stato uno stupido scherzo di Enrico, nell'abitacolo insieme a loro, ai danni della bambina. Il rapporto tra Enrico e Thomas è gravemente deteriorato, segnato da incomunicabilità ed accuse latenti. Il ragazzo vive alla giornata, tra sensi di colpa, istinti distruttivi, atteggiamenti nichilisti. La loro Roma è una città grigia, triste, di palazzoni popolari ove prepotenza e sopraffazione sono di casa; di stabili abbandonati e degenerazioni sentimentali nate tra le mura domestiche e ben chiuse dentro le porte degli appartamenti. I malefici fumi, che i personaggi respirano, nonostante Thomas comprenda la connessione tra il loro evaporare ed il diffondersi della violenza, evoca immagini dell'incidente e, successivamente, l'apparizione di Cristina, il cui volto deforme invita Thomas ed Enrico a scagliarsi l'uno contro l'altro, con ogni mezzo a disposizione. Qual è la natura della sostanza ? Da alcune sequenze, comprendiamo come essa stessa sia un distillato di quel male che ogni giorno milioni di esseri umani vaganti o ammassati nella città, corrotti da una quotidianità morbosa, costretti ad una convivenza non cercata, eppure intimamente soli, fanno gli uni agli altri, consapevolmente o meno. Il fluido è figlio degli abitanti della metropoli; lievita, esplode, invade, poi perde potenza; forse è il grido di dolore (paradossalmente, "vi odio") di una innocente, Barbara, vittima del contesto e degli eventi, eppure ostinata perdonare ed amare, ad interrompere l'azione delle forze maligne, bloccando la violenza dilagante. Fabrizio Rongione, attore italo-belga è Thomas, padre tenace e disperato; Francesco Ghenghi è il nichilista ed insofferente Enrico. L'intero cast rende una buona interpretazione. Sequenze cruente non mancano; sono concentrate nella seconda parte del racconto. Dopo un inizio incerto, la tensione, gradualmente, sale. La fotografia predilige colori scuri, toni freddi; anche il sangue - e ne scorre - è nero. Paolo Strippoli non fa horror fine a sè stesso; conferma di aver qualcosa da dire, poichè mediante intenso uso di simboli invita a riflettere circa le naturali ed inevitabili conseguenze della moderna alienazione urbana.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta