Regia di Paolo Strippoli vedi scheda film
Un film italiano inedito e"talentuoso" dove horror e dramma si contaminano alla perfezione
Piove scatena più riflessioni che godimento visivo, però non passa senza lasciare traccia, anzi se ci fosse un oscar all’originalità questo film la vincerebbe. Parliamo peraltro di un film italiano che calca un terreno tutto suo lontano anni luce dai vezzi del nostro cinema. Merito di un bravissimo registra (Strippoli) che riesce a mischiare l’horror con la commedia drammatica, la realtà con la sua trasfigurazione, il terreno con l’onirico. Il punto di partenza è un gas misterioso che sgorga dai tombini, preludio di sconvolgenti reazioni che non sono altro che la metafora di una esistenza impossibile. Il contesto è una Roma più che decadente sfinita sempre sull’orlo del precipizio, così come la famiglia al centro del film che è sempre sul punto di esplodere con padre e figlio che faticano a contenere le loro frustrazioni. La catarsi (esteticamente bellissima) alla fine arriva ma resta però un ancoraggio di speranza: una bambina, la seconda figlia, amatissima dal fratello. Il film contiene anche una non celata critica alla dimensione virtuale dei rapporti interpersonali che fa maturare una totale incapacità di comunicare, e quando forzatamente la comunicazione avviene le conseguenze sono drammatiche. Forse in certi momenti il film è eccessivamente esasperante rendendo il racconto un po' frammentato.
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