Regia di David Mirkin vedi scheda film
David Mirkin è stato uno specialista delle improvvisazioni comiche, ha scritto testi per show televisivi, ha diretto le voci del cartone “I Simpson”. Ha un curriculum da buon professionista, ma è un regista incapace come ha dimostrato il noioso “Romy e Michelle”. D’altra parte, sono tre o quattro i cineasti americani contemporanei che conoscono i tempi e la geometria della commedia. In “Heartbreakers” la mancanza di orecchio per il ritmo delle scene e la miopia nell’inquadrare gag visive o verbali sono esaltate da un cast di alto livello (su tutti Gene Hackman e Sigourney Weaver). Lui, con cimurro cronico, riporto da arresti domiciliari, abbinamento dei colori dei vestiti da mal di mare, colorito giallo limone marcio, lei, capigliature da Charlie’s Angels, intimo da pornostar e movenze da maliarda, si lanciano senza paracadute e con sprezzo della macchietta in questa farsa sulle truffe matrimoniali. Sigourney impalma ricchi bambocci e la figlia (Jennifer Love Hewitt) li seduce costringendoli a divorzi con risarcimenti cospicui. Il penultimo marito (Ray Liotta) cerca e trova le due mascalzone mentre tentano di incastrare Hackman. Il film si slabbra e supera inutilmente le due ore, con volgarità sfuse: tra l’altro anche qui (vedi “Prima o poi mi sposo”) c’è una statua che perde il pene, accenti russi, una sottostoria d’amore appiccicata. Recitazione smodata. Umorismo casuale e stiracchiato.
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