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Dora... delirio carnale

Regia di Willy Rozier vedi scheda film

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La recensione su Dora... delirio carnale

di undying
4 stelle

Titolo di fine carriera per il regista e scrittore francese Willy Rozier, colui che ha scoperto, prima di Roger Vadim, Brigitte Bardot, dirigendola in "Manina, ragazza senza veli" (1952).

 

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Una coppia francese - Barbara (Anne Sand) e Jacques (Olivier Mathot) - per ravvivare il matrimonio decide di affrontare un viaggio avventuroso, raggiungendo le riserve dell'Africa equatoriale. I due, giunti a destinazione, vengono accolti dalla locale guida di caccia, Olivier (Bob Asklöf) e dalla sua amante Dora (Monique Vita). Oliver organizza un safari nella savana, mentre Dora rimane, da sola, a N'Djamena. Barbara, sessualmente insoddisfatta, intraprende diverse esperienze extraconiugali, con donne e uomini di colore e ovviamente pure con Oliver, incoraggiata dallo stesso marito, al quale piace spiarla durante gli accoppiamenti. Quando Barbara e Oliver finiscono per innamorarsi, Dora cerca di riconquistare il suo amante facendo ricorso all'aiuto di uno stregone locale.

 

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Dora... delirio carnale: Bob Asklöf e Monique Vita

 

È arrivato Slim Callaghan (1955), Callaghan chiama Interpol (1955), Slim Callaghan... il duro (1957), Callaghan contro Maschera Nera (1961): sono i titoli di quattro film francesi, interpretati da Tony Wright, diretti da Willy Rozier (1901 - 1983), regista, sceneggiatore e scrittore con circa quaranta opere audiovisive in curriculum, in maggior parte giunte anche in Italia, a iniziare da Yacout (1934) per finire con un paio di eccezioni, ossia una commedia erotica spinta, qual è La ragazza dell'autostrada (1972), e quest'ultima sua regia porno, Dora... delirio carnale. Tra i suoi lavori figurano anche una serie di documentari, tipo Afrique lointaine (1955), che hanno senz'altro influenzato Il soggetto di Dora... la frénésie du plaisir. Benché con Manina, ragazza senza veli (1952), Rozier abbia scoperto, molto prima di Roger Vadim, la sensualità e il sex appeal di Brigitte Bardot, come autore di lungometraggi si è dimostrato piuttosto poco portato, avendo realizzato per lo più film modesti e dimenticati, tipo la menzionata serie dedicata a Callaghan. Un unico suo titolo è stato particolarmente apprezzato dalla critica, Febbre di desiderio (1949), mentre con la commedia slapstick Slim Callaghan... il duro (1957), ha tentato di inserirsi nella corrente della "Nouvelle Vague". Dopo questa generica introduzione al film, che rende comunque conto del precedente contesto artistico in cui l'opera si è sviluppata, va onestamente detto che Dora... delirio carnale [1] è un film piuttosto brutto, con interpreti di basso livello e attrici hard non certo bellissime. Protagonista del film è Olivier Mathot, attore bivalente, ossia presente nel cinema delle luci rosse come in popolari low budget, spesso intravisto in produzioni targate "Eurocinè", tipo Devil's Kiss (1976) o Viol, la grande peur (1978) e in raffazonati erotici di Jesùs Franco (El sádico de Notre-Dame, 1979). Tra ippopotami, coccodrilli, giraffe, leoni, (tristi) uccisioni di animali con fucile, durante il safari, il film si dilunga senza troppa cura. Una pessima cinematografia, frutto del solitamente, altrove, bravo Pierre Fattori, riprende occasionalmente Barbara (Anne Sand) durante i vari amplessi, espliciti ma mai erotici, mentre la superficialità della sceneggiatura, scritta da Rozier e basata su un suo stesso racconto [2], traspare chiaramente sin dal titolo, quantomeno impreciso all'origine: la protagonista del film non è infatti Dora, ma Barbara (Anne Sand). Un brutto modo di chiudere la carriera, per un autore che conclude così l'esperienza dietro la macchina da presa, unicamente per interesse economico, senza più una vera e propria vocazione artistica.

 

preview

Dora... delirio carnale: Oliver Mathot 

 

Visto censura [3]

 

Il 25 settembre 1980, Dora... delirio carnale ottiene visto censura n. 75463, ovviamente con divieto ai minori di 18 anni, solo dopo che la distribuzione ha apportato i seguenti tagli, pari a 26 metri di pellicola, imposti dalla commissione di revisione cinematografica:

 

1) alleggerimento della scena in cui la donna sale a cavallo sull'uomo supino nel letto;


2) alleggerimento stessa sequenza dell'amplesso;


3) taglio della scena in cui la donna sta sulla sedia con le gambe divaricate e primo piano del pube;


4) taglio della scena in cui l'uomo palpeggia il sedere scoperto della donna;


5) alleggerimento scena del bacio nel rapporto lesbico;

 

6) taglio amplesso tra donna e uomo di colore;


7) taglio scena della donna con le gambe divaricate sul tavolo e uomo in piedi tra le stesse;


8) taglio scena della donna sulla brandina che si tocca il pube sino al momento in cui prende la banana;


9) alleggerimento scena dell'amplesso tra uomo e donna nella tenda.

Considerato il tipo di tagli, non sono chiari i motivi di questa scelta da parte della commissione, dato che all'epoca il cinema hard era già stato legalizzato.

Metri di pellicola dichiarati: 2275 (83'30" in proiezione cinematografica).

 

 

NOTE

 

[1] In occasione di una nuova distribuzione home video, il film è stato successivamente rilasciato con il titolo alternativo di Safari di sesso.

 

[2] "La pouliche blonde", firmato con lo pseudonimo di Xavier Vallier.

 

[3] Dal sito "Italia Taglia".

 

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"Come abbiamo potuto pensare che l'uomo fosse nato cacciatore? Quando erano scesi dagli alberi distinguendosi dalle altre scimmie, la prima cosa che fecero gli esemplari di Homo fu darsela a gambe: erano ottime prede, non certo cacciatori."

(Mario Tozzi)

 

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F.P. 03/10/2022 - Versione visionata in lingua francese (durata: 85'31")

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