Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film
VOTO : 6,5.
Piccioni non ama il cinema facilmente classificabile, e già questo è, in ogni caso, un merito da non sottovalutare.
Qui la storia non convince del tutto, con una sceneggiatura che poteva essere elaborata meglio ed ampliata, ma i personaggi, nel loro disturbo emotivo e nella loro impossibilità di vivere l’esistenza che vorrebbero e per cui lottano a loro modo, sono assolutamente pregevoli.
Merito di attori decisamente meritevoli, peraltro entrambi premiati a Venezia (non so se sia un record, ma poco ci manca), ma anche del regista che mette in mostra un gioco di sguardi e sensazioni che vanno oltre la storia che viene espressa.
Un film astratto, lontano dai canoni del genere a cui comunque appartiene (il dramma in Italia è materia spesso troppo omologata), difficile da digerire e probabilmente ancora di più da capire nel profondo, e proprio per questo meritevole di una maggiore attenzione.
Poi personalmente manca un po’ di sostanza puramente cinematografica, ma avercene di film così, che possono dividere, irritare, commuovere, ma difficilmente lasciare nella più completa indifferenza (come spesso succede).
Positivamente imperfetto, a cavallo tra le tre e le quattro stellette.
VOTO : 6,5.
Riesce ad essere originale, per quanto imperfetto per diversi aspetti, ha un tocco felice e sfrutta le connotazioni dei suoi attori.
VOTO : 6/7.
Bravo, profondo, quasi immerso nel suo personaggio.
VOTO : 7.
Per me qui è stata una rivelazione.
Astrattamente accattivante, dolorosamente presente.
VOTO : 6,5.
Bravo come sempre, caratterizzazione pregevole.
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