Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film
Io in quegli occhi vorrei annegare.In quello sguardo vorrei perdermi.Quando Sandra Ceccarelli posa il suo sguardo a favore della macchina da presa io mi sento come trapassato.Così come mi sento trapassato da un film incentrato sulla vulnerabilità quasi programmatica dei due protagonisti,spesso in balia del destino che si accanisce su di loro a cui cercano di ribellarsi.Ma finiscono sempre per esserne sconfitti.La storia di Antonio e Maria è una storia di crisi e di debolezza,un balbettamento continuo sull'imperscutabilità di quello strano animale chiamato amore,la storia di due perdenti che cercano di uscire dal vicolo cieco in cui si sono ficcati.E per farlo si attaccano a tutto quello che hanno a tiro.Lui inventa storie di un fantomatico alieno che si è perso sul nostro pianeta(storia quasi paradigmatica della sua esistenza),lei si attacca alla figlia,frutto amatisssimo di un amore finito da tempo e alla sua modesta attività commerciale.Si incontrano, le rispettive solitudini cozzano tra di loro,Antonio entra nel cono d'ombra di Maria cercando di aiutarla senza che lei lo sappia.Sembra che non pretenda nulla ma in realtà qualcosa la desidererebbe:l'amore di lei che si è chiusa a riccio respingendo ogni tentativo di avvicinamento.Ma forse una speranza c'è....C'è un fil rouge che lega tutto il cinema di Piccioni sempre atttratto dalle piccole storie all'apparenza di gente ordinaria e ci sono parecchie similitudini tra questo film e il suo(per ora) ultimo Giulia non esce la sera.Sono entrambi film di parola e di sguardi,a loro modo tentano una sorta di fusione tra linguaggio letterario e linguaggio cinematografico,sono entrambi serviti da due grandi interpreti (qui Lo Cascio e la già nominata Ceccarelli)abituati a recitare sommessamente prediligendo i mezzi toni.Luce dei miei occhi è un film importante perchè è di un genere poco frequentato dal cinema italiano di questi anni e forse anche per questo è un film prezioso.Una piccola gemma con tutte le sue imperfezioni in bella mostra perchè è un film lontano da una perfezione asettica:mentre sono ben definiti con pennellate progressive i due protagonisti,i personaggi di contorno appaiono come figurine slavate a loro confronto(il personaggio di Silvio Orlando viene trattato quasi in malo modo) ,c'è una voce fuori campo che alla lunga è un po'invadente,come sono decisamente invadenti in alcuni tratti le musiche di Ludovico Einaudi.Ma sono peccati veniali in confronto a quelli che possono essere considerati i pregi del film:un film generoso,attento alle sfumature dell'animo,prezioso come un cristallo che risalta in un panorama cinematografico come il nostro...
regia calibratissima:ottima direzione degli attori
molto bravo
credo di averne già parlato a sufficienza
il suo personaggio è un po'buttato via
in secondo piano
sinceramente il suo è un personaggio poco credibile
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