Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film
Dopo il trionfo di "Fuori dal mondo" (forse il più bel film italiano degli ultimi anni) tutta la critica attendeva al varco, chissà perché, Giuseppe Piccioni pronta a bastonarlo, qualora avesse fatto un film non all'altezza delle aspettative. Quale migliore occasione se non la Mostra di Venezia, dove tradizionalmente tutto il cinema italiano viene bastonato senza pietà e spesso senza ragione: del resto a noi italiani piace farci del male. Perché non impariamo dai francesi che riescono a far passare per oro certi loro prodotti che invece molto si avvicinano alla mediocrità. E così questo intenso, a tratti molto toccante e sincero "Luce dei miei occhi" ha incontrato a Venezia un'accoglienza a dir poco disastrosa con stroncature cattive e prevenute che di solito si riservano a Brian De Palma. Meno male che il Presidente di giuria Nanni Moretti, evitando di premiare Nicole Kidman per "The Others", tanto ci pensa già il resto del mondo ad esaltarla oltre ogni dire e oltre ogni merito, ha ben pensato di premiare il film con una doverosa Coppa Volpi ai due splendidi protagonisti, marziani fuori dal mondo in una mondo pieno di anime perse e sole, spaesate e deluse, incapaci di stabilire relazioni stabili o di rispettare le attese che gli altri hanno costruito su di loro. Luigi Lo Cascio, già magnifico ne "I cento Passi" e Sandra Ceccarelli, una sorpresa autentica e preziosa, un volto su cui scommettere per il futuro, riescono a dare ai loro personaggi un'autenticità, una spontaneità e naturalezza, un vissuto pieno di dolore, di sofferenza, di delusioni e di errori, magnifico. I loro incontri hanno il sapore vero della vita e una dolcezza e tenerezza palpabili e coinvolgenti: basterebbero il loro dialogo sul balcone di casa di lei, prima che facciano l'amore la prima volta oppure il chiarimento in macchina, quando Maria dice "io non impazzisco di gioia quando ti vedo, non mi batte il cuore, ma non riesco a fare a meno di te" per fare di "Luce dei miei occhi" una piccola perla nel panorama italiano di oggi. Certo non avrà la compattezza di "Fuori dal mondo" (del resto molto difficile, quel film era praticamente perfetto), certi passaggi e personaggi (vedi quello di Silvio Orlando) non sono sviluppati adeguatamente, ma Piccioni conferma una sensibilità, un'attenzione, una passione e una partecipazione per i suoi personaggi davvero rare ed inconsuete. Un'opera dolorosa e intima, una storia che può riguardare tutti noi con un finale aperto alla speranza e alla luce: Piccioni sembra volerci dire che ognuno può e deve sforzarsi di trovare la luce dei suoi occhi, cercando di rendere il suo futuro meno amaro e sconsolante.
Voto: 7+
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