Regia di Tim Burton vedi scheda film
Remake del film omonimo del 1968, che ispirandosi sempre al romanzo di Pierre Boulle, ma con maggiore fedeltà, si differenzia molto (soprattutto nella parte finale) da quella che vide come protagonista Charlton Heston.
A dispetto di tutte le critiche che ha ricevuto, io l’ho trovato un film travolgente e ben fatto.
Le scenografie sono a dir poco stupende e suggestive e poi, ha degli effetti speciali e dei trucchi pregevoli.
Ricco di surrealismo, avventura e sentimento, racconta la storia dal punto di vista delle scimmie che odiano gli esseri umani, perché le hanno sempre trattate come creature stupide e utili solo per i loro scopi scientifici. Pertanto, il soggetto principale, in questo caso, è un mondo del futuro popolato e governato dalla loro società che si dimostra alquanto progredita e che è stata fondata proprio da una scimmia, che era stata spedita per errore nel futuro durante un viaggio nello spazio insieme al suo padrone.
Buona la sceneggiatura che delinea una trama ben congegnata e affascinante; la narrazione è accattivante; i dialoghi efficaci, il ritmo costante, la messa in scena disinvolta e la suspense gustosa.
Le disavventure di alcuni umani malcapitati sul pianeta delle scimmie sono appassionanti.
La vera sorpresa si ha quando si scopre che non tutte le scimmie detestano gli uomini e che non tutti gli uomini vogliono dominare le scimmie, tantoché nasce addirittura un sentimento tra la scimmia Ari e l'astronauta Leo Davidson.
Una pellicola che dunque si schiera in modo sottile contro ogni forma di dispotismo e di guerra e che cerca di fare capire che la vita non è solo bianca o nera, ma ricca di sfumature che esistono nel mezzo delle cose con il giusto equilibrio.
La parte migliore, a mio avviso, è proprio il tanto criticato epilogo: inquietante e deliziosamente inconcludente.
Tim Burton ha eseguito un lavoro coraggioso e lodevole nel dirigere questo remake, abbandonando, per una volta, il suo classico stile dark-onirico-umoristico, anche se non ha rinunciato al suo soggetto preferito: il freak bistrattato, solo perché diverso, che lotta per riprendersi la dignità.
Ottimo il cast scelto. Si distinguono certamente Mark Wahlberg, bravo e convincente, ed Helena Bonham Carter, emozionante e intensa nel difficile ruolo della scimmia Ari.
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