Regia di Tom McLoughlin vedi scheda film
Un discreto film in costante oscillazione di generi, fra il thriller e il drammatico, sebbene forse sia più sbilanciato verso il secondo dei due. La tensione è sostenuta per l'assoluta gran parte della sua durata. Il soggetto è intrigante ed è riuscito ad avvincermi nonostante l'avessi già visto qualche anno fa. L'interesse verso lo svolgimento è motivato in primo luogo grazie alla sapiente costruzione dei due tormentati protagonisti principali, i quali sono a loro volta impreziositi dalla convincente interpretazione dei rispettivi attori. Andy Garcia (Michael Hunter) è magnetico come non mai. Assorto e ben calato nella parte, la sua umanità conquista e consegue la necessaria empatia. Vincent Kartheiser (Thomas "Tommy" Caffey), d'altro canto, impressiona per il realismo e l'intensità nel suo ruolo. Sorprendentemente credibile. S'impegna assai e si nota eccome. Bravo. Chiude l'elenco dei pregi l'efficace colonna sonora, che a tratti riesce a essere concretamente toccante.
Per quanto concerne i difetti, si nota qualche prevedibilità di fondo, ma è una sottigliezza di poco conto. Piuttosto a sdegnare e compromettere l'altrimenti buon risultato sono moderatamente l'implausibilità di certe situazioni e specialmente l'irritazione nei confronti dei tre comprimari, tutti personaggi femminili. Infatti, la figlia Shelly Hunter (Linda Cardellini), la moglie Penny Hunter (Chelsea Field) e l'allieva Barbara Wagner (Teri Polo) sono purtroppo accomunate da (inverosimili?) ingenuità e stoltezza. Appartengono al ricorrente (chissà per quale arcana ragione) profilo di colui/colei che sembra apposta comportarsi in maniera ottusa al fine di favorire il verificarsi di ogni espediente possibile utile al suo cadere in pericolo. Contravvenendo a qualunque logica e istinto naturale di sopravvivenza, pare auspichino la morte (e a questo punto lo spettatore è a sua volta con loro, godendo di malsano e sadico divertimento all'inevitabile sopraggiungere del ferale momento!).
Opportunamente soppesando sulla bilancia i suddetti aspetti, malgrado le debolezze il mio verdetto rimane comunque positivo. Si tratta di un'opera imperfetta, questo è innegabile, ma che è ancora capace di offrire uno spunto importante su un argomento trattato ugualmente (o meglio, può darsi) in altre pellicole, eppure anche stavolta con accettabile qualità. Voto: 3,5/5.
Lo psichiatra Michael Hunter, ritiratosi dalla professione al culmine di una brillante carriera dopo il tragico suicidio del figlio, decide di uscire dal suo personale isolamento per prendere in cura il giovane Thomas Caffey. Questi è un adolescente rimasto orfano in modo drammatico e che nasconde nel suo subconscio dei terribili segreti.
Con "mano" sensibile Don Davis compone il giusto completamento musicale in grado di andare a segno.
Le figure femminili, sia i caratteri sia le azioni.
Molto umano e realistico, ben calato nei panni di Michael Hunter. Ottimo.
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